Cutro, la marcia indietro del Viminale: bloccato il trasferimento dei corpi delle vittime a Bologna

La prefetta di Crotone ha assicurato che governo e Regione Calabria sosterranno i costi per il rimpatrio per tutte le famiglie delle vittime

Dopo le proteste delle famiglie per la decisione del ministero dell’Interno di trasferire tutte le salme delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro al cimitero musulmano di Bologna, il Viminale fa marcia indietro. Il trasferimento è stato bloccato, nel capoluogo emiliano andranno entro stasera 8 marzo solo i corpi di 14 vittime, con l’assenso dei familiari, per il quale il comune ha già rilasciato i certificati necessari. Altre 10 salme partiranno probabilmente domani. Ci sono poi 17 corpi per i quali i parenti hanno chiesto la sepoltura in Afghanistan: rimarranno a Crotone in attesa della soluzione dei problemi burocratici. La prefetta del capoluogo calabrese Maria Carolina Ippolito ha assicurato che il governo e la Regione sosterranno tutte le spese per il rimpatrio per tutte le famiglie delle vittime. La Protezione civile ha messo a disposizione delle famiglie delle vittime degli autobus per il viaggio verso Bologna.


La protesta delle famiglie

La scelta di trasferire tutte le salme a Bologna, senza il consenso dei parenti, ha colto di sorpresa le famiglie delle vittime: alcuni si sono immediatamente riuniti davanti alla camera ardente allestita a Crotone per protestare contro la scelta delle autorità italiane. I famigliari delle vittime – riferisce l’Ansa – chiedono di attendere qualche giorno per avere la possibilità di avviare le pratiche per il trasferimento nei Paesi di origine. «Vorremmo poter decidere noi dove portare i nostri defunti», ha detto all’Adnkronos un uomo di nome Aladdin, che nella strage ha perso la zia e tre cuginetti. Il Comune di Crotone, che ha raccolto le istanze dei famigliari delle vittime, aveva già deliberato delle somme per i costi del trasferimento delle salme, prelevandole dal Fondo migranti che poi sarebbe stato rimborsato dal Ministero. Dopo le proteste, fonti del Viminale aveva precisato che il trasferimento a Bologna è una «soluzione provvisoria e non definitiva presa per dare immediata dignità alle salme, anche perché in Afghanistan non è semplice procedere nell’immediato al rimpatrio». E dal ministero dell’Interno, inoltre, si precisava: «Si procederà sulla base delle richieste di ogni nucleo familiare con la soluzione definitiva: qualora sia richiesto il rimpatrio della salma, lo Stato italiano se ne farà carico di tutti gli oneri».


Il destino degli scafisti

Le autorità hanno fatto sapere nel frattempo di avere identificato tra le vittime del naufragio uno dei presunti scafisti dell’imbarcazione carica di 180 migranti finita contro una secca a un centinaio di metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro. L’uomo, un 30enne di nazionalità turca, è stato identificato grazie alle dichiarazioni dei superstiti ed individuato tra le vittime del naufragio grazie al riconoscimento degli stessi naufraghi. Nella notte si era appreso invece dell’arresto del quarto presunto scafista dell’imbarcazione, il cui schianto ha provocato la morte accertata di 71 persone e un numero ancora imprecisato di dispersi. Si tratta di un cittadino turco. Il suo nome è Gun Ufuk, e ha 28 anni. Dopo il naufragio era riuscito ad allontanarsi e a rendersi irreperibile. Ufuk, secondo quanto si è appreso, è stato rintracciato in Austria. Sul conto di Ufuk pendeva l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Crotone, Michele Ciociola, dopo la convalida dei fermi degli altri presunti scafisti. Gli altri tre arrestati sono un turco e due pakistani, uno dei quali minorenne. Ufuk sarebbe stata la persona cui era affidato il compito di condurre l’imbarcazione che a poche decine di metri dalla riva, davanti la costa di ‘Steccato’ di Cutro, ha urtato contro una secca scaraventando in mare le persone a bordo. Il cittadino turco, inoltre, avrebbe svolto anche le funzioni di meccanico, intervenendo più volte quando il motore dell’imbarcazione aveva manifestato qualche problema.

Domani il Cdm a Cutro

Domani 9 marzo 2023 si terrà l’atteso Consiglio dei ministri sul luogo della tragedia: la riunione – fa sapere palazzo Chigi – si svolgerà presso l’aula consiliare del Comune di Cutro, e sarà seguita da una conferenza stampa.

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