Cutro, Meloni tira dritto: «Massima fermezza sull’immigrazione irregolare». I parenti dei naufraghi invitati a Palazzo Chigi – Il video

Le parole della premier al termine del cdm: «La politica più responsabile è quella finalizzata a rompere la tratta degli scafisti»

«La nostra risposta a ciò che è accaduto è una politica di maggiore fermezza». Queste le parole in conferenza stampa della premier Giorgia Meloni al termine del Consiglio dei ministri che si è svolto oggi a Cutro, la città del naufragio in cui il 26 febbraio hanno perso la vita circa settanta migranti (il bilancio è ancora in aggiornamento). Nelle prossime ore, inoltre, la presidente del Consiglio inviterà i familiari delle vittime della tragedia a Palazzo Chigi. Nel corso della riunione che si è svolta oggi a Cutro, gli esponenti del governo hanno dato il via libera al decreto legge sui migranti. La novità più rilevante, in questo senso, è lo stralcio dell’articolo che prevedeva un rafforzamento della sorveglianza marittima, il cui coordinamento sarebbe passato al ministero della Difesa di Guido Crosetto. Un articolo che ha fatto infuriare Matteo Salvini, da cui oggi dipende la Guardia costiera. Pare, dunque, che il braccio di ferro tra ministeri sia stato vinto alla fine proprio dal leader della Lega. In ogni caso, Meloni ha fatto capire che la politica dura del governo sull’immigrazione non subirà alcuna modifica. «Se qualcuno pensa che i fatti del 26 febbraio ci abbiano spinto a cambiare linea, si sbaglia di grosso. Non c’è politica più responsabile di quella finalizzata a rompere la tratta degli scafisti e combattere la schiavitù del terzo millennio», ha sottolineato la premier in conferenza stampa da Cutro.


Un nuovo reato contro la tratta di esseri umani

L’altra novità prevista dal dl migranti riguarda l’inasprimento delle pene e la creazione di un nuovo reato legato al traffico di esseri umani. «Si introduce una nuova fattispecie di reato per chi provoca la morte o lesioni gravi per il traffico di persone. Un reato che prevede una pena fino a 30 anni di reclusione», ha precisato Meloni in conferenza stampa. Al loro arrivo in città, la premier e i suoi ministri sono stati accolti da un centinaio di manifestanti, radunatisi davanti al comune, che hanno lanciato peluche contro le auto blindate e intonato alcuni slogan contro il governo. Meloni, però, tira dritto e rivendica la linea del suo esecutivo in tema di immigrazione. «Credo che un altro modo per combattere i trafficanti di esseri umani sia dare il messaggio per cui non conviene entrare illegalmente in Italia, pagare gli scafisti e rischiare di morire», ha aggiunto la premier. Meloni ha poi precisato che «l’Italia riserverà delle quote di accesso ai lavoratori che provengono dai Paesi che collaborano con il governo» e ha chiesto risposte concrete «dal prossimo Consiglio europeo».


Salvini: «Un decreto pragmatico e di buon senso»

Alle parole della premier hanno fatto eco anche quelle degli altri ministri presenti. In primis, Matteo Salvini e Matteo Piantedosi, responsabili dei due dicasteri finiti nel mirino delle opposizioni per la gestione dei soccorsi. «Questo è un decreto di buon senso, pragmatico, che prevede accoglienza migliore per chi ha diritto e più controlli nei centri per chi non ha diritti», ha sottolineato Salvini. Stessa linea anche per il titolare del Viminale, che ha sottolineato l’importanza di vigilare sull’attività dei centri migranti: «Abbiamo previsto una misura sui centri per migranti. Abbiamo visto, anche recentemente, alcuni casi saliti alla ribalta della cronaca. Quando si interviene per sanzionare alcuni gestori che non rispettano le norme abbiamo previsto forme di commissariamento da parte dei prefetti in modo che non si perdano posti in accoglienza», ha sottolineato Piantedosi.

Foto di copertina: ANSA/CARMELO IMBESI | La presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la conferenza stampa a Cutro (9 marzo 2023)

Video di copertina: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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