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Sondaggi, la corsa di Elly Schlein: seconda solo a Giorgia Meloni nel gradimento

11 Marzo 2023 - 06:25 Redazione
La neosegretaria del Pd vive la luna di miele con gli elettori Dem. In attesa delle scelte sulle alleanze

Elly Schlein corre. I sondaggi di Ipsos illustrati oggi da Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera dicono che tra chi dice di conoscerla il suo gradimento è a quota 36%. La neosegretaria del Partito Democratico in questa classifica è seconda solo a Giorgia Meloni, che arriva al 52%. E distanzia sia Giuseppe Conte che Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Schlein per adesso ha un deficit di riconoscibilità: il 30% ancora dichiara di non conoscerla. Mentre il 45% dà nei suoi confronti un giudizio negativo. Ma la prevalenza di giudizi negativi su quelli positivi, avverte il sondaggista, è una costante per tutti i leader tranne la premier. Le valutazioni più positive invece arrivano dagli elettori con età più elevata, più scolarizzati, più abbienti e residenti nei capoluoghi. La vera sfida per lei adesso sarà conquistare i centri rurali.

Il Pd e le alleanze

Ma il clima del campione nei suoi confronti rimane comunque positivo. Con la sua guida il rilancio del Pd è più probabile per il 32% dell’elettorato, anche se tra gli scettici c’è un gran numero di elettori del Terzo Polo. Con lei il partito sarà più vicino alle tematiche ambientali, alle istanze dei giovani e dei ceti deboli, e sarà più radicale. Per quanto riguarda le alleanze il campione di Ipsos vede in arrivo una più stretta alleanza strategica con il M5s. Limitata alle elezioni locali per il 20% o in una coalizione che si candidi a guidare il paese per il 18%. Più bassa la percentuale di collaborazione solo su alcuni temi specifici (16%). Mentre quella con il Terzo Polo è difficile anche per la freddezza del relativo elettorato. Nel complesso un elettore dem su tre (34%) pensa che a Schlein convenga allearsi con il M5S. L’11% con Azione-Iv, il 23% con entrambi, riportando d’attualità l’ipotesi del «campo largo». Mentre il 18%, probabilmente nostalgico della «vocazione maggioritaria», ritiene sia meglio evitare qualsiasi alleanza.

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