Migranti, la Ue sul naufragio al largo della Libia: «Non spetta a noi coordinare i salvataggi». E promette l’invio di nuove motovedette a Tripoli

Da Bruxelles arriva anche un chiarimento sulle sue possibilità di intervento nelle acque libiche: «Le operazioni europee non sono autorizzate»

Trenta morti, diciassette superstiti: è il bilancio del naufragio avvenuto al largo delle coste libiche, sabato 11 marzo. Dalla tragedia di Cutro in avanti, il tema è tornato a imporsi prepotentemente anche nelle discussioni in ambito europeo. Un alto funzionario di Bruxelles, tuttavia, ha fatto sapere che nel prossimo Consiglio europeo non sono previste «nuove conclusioni» sull’argomento migrazione, ma solo «una discussione» tra i leader, che verranno aggiornati su quanto fatto in queste settimane dalla Commissione europea e dalla Presidenza di turno svedese. Oggi, 13 marzo, Dana Spinant, portavoce della Commissione, ha risposto poi a diverse domande dei giornalisti riguardo al naufragio in acque libiche. «L’idea che ogni vita persa in mare è una vita persa di troppo e che dobbiamo tutti fare tutto il possibile per evitare che ciò accada di nuovo è sempre nei pensieri della presidente» Ursula von der Leyen, ha esordito. Spinant ha assicurato che continuerà il sostegno europeo alla Libia «per stabilizzare la situazione e potenziare le loro capacità di gestione delle frontiere». La portavoce ha aggiunto che «arriveranno altre imbarcazioni» alla Guardia costiera libica.


«Non posso dare annunci rispetto alle tempistiche, ma vediamo chiaramente che c’è una necessità di rafforzare la capacità libica, perché non sempre hanno i mezzi» per gestire le frontiere. Spinant ha voluto chiarire che, riguardo al recente naufragio, l’Europa non avrebbe comunque potuto fare nulla. «Irini non può operare nelle acque della Libia, le operazioni di ricerca e soccorso in acque libiche sono autorizzate solo per le imbarcazioni libiche». E ancora: «Le navi di Irini pattugliano un’area determinata dall’accordo dagli Stati membri e questa area non è la rotta principale dei migranti – ha spiegato, sottolineando che il suo – compito primario è vigilare sull’applicazione dell’embargo europeo sulle armi alla Libia». D’altronde, per la portavoce, anche la materia del coordinamento dei salvataggi non spetta alla Commissione. «Ci sono diversi tipi di coordinamento e il coordinamento – europeo sui migranti nel Mediterraneo – non include discussioni operative su quali navi debbano intervenire nelle operazioni di soccorso e la Commissione europea non ha né le capacità né le competenze per intervenire».


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