Regione Lazio, il Pd rompe con il Terzo polo e stringe accordi con il M5s: è l’effetto Schlein?

La denuncia dei consiglieri Nobili e Tidei: «Il Pd invece di aprire un confronto con chi ha condotto la campagna elettorale per D’Amato ha scelto di sostenere il M5s, che invece ha fatto di tutto per far vincere la destra»

Come per il parlamento, nei consigli regionali esistono alcune posizioni cosiddette di “garanzia” che spettano alle opposizioni. Nello specifico, in Regione Lazio, oggi si è votato per eleggere i sei membri dell’ufficio di presidenza. Alle opposizioni, un vicepresidente e un segretario d’Aula. Sul primo, nessun dubbio: il partito più votato tra le coalizioni sconfitte, il Partito democratico, ha portato alla vicepresidenza il consigliere Daniele Leodori. Sul secondo ruolo, il Terzo polo si aspettava di chiudere un accordo con i Dem, visto che il 12 e il 13 febbraio le due forze politiche hanno corso insieme a sostegno di Alessio D’Amato. Invece, l’ha spuntata il consigliere Valerio Novelli, del Movimento 5 stelle. I terzopolisti Luciano Nobili e Marietta Tidei condannano quanto accaduto: «Abbiamo appreso solo oggi – 13 marzo -, all’apertura della prima seduta del Consiglio regionale, che il Pd ha di fatto rinunciato alla coalizione con cui ha partecipato alle elezioni solo un mese fa per riabbracciare il M5s».


«Nella scelta sugli assetti dell’ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, per quel che riguarda le posizioni riservate alle opposizioni, il Pd invece di aprire un confronto con le forze insieme alle quali ha condotto la campagna elettorale per D’Amato ha scelto di sostenere il M5s che invece ha fatto di tutto per far vincere la destra e sconfiggere il centrosinistra. Scelta politica legittima, ma unilaterale, da alleati ci saremmo aspettati almeno un confronto». A ventilare l’ipotesi che il mancato accordo possa essere frutto dell’indirizzo politico della nuova segreteria del Nazareno, guidata da Elly Schlein, è lo stesso Nobili. Il quale, a margine della prima seduta alla Pisana, sospetta: «Magari è il nuovo corso del Pd». Poi, il consigliere di Italia Viva tende comunque una mano ai Dem: «Spero che si possa lavorare insieme per incalzare la coalizione di centrodestra, a partire dal termovalorizzatore di Roma. E qui si apre un interrogativo: muterà la posizione del Pd? Immagino di no perché Gualtieri è a favore e noi lo sosteniamo; spero che questa apertura di oggi ai 5 stelle in ufficio di presidenza non significhi tentennare su cose che servono a Roma e alla Regione».


La ricostruzione non vede d’accordo il Pd che, proprio attraverso il neoeletto Leodori, risponde alle accuse del Terzo polo: «Non è così. Abbiamo rispettato ciò che è sempre accaduto in quest’aula nelle passate legislature e quindi dei due posti in Ufficio di presidenza spettanti alle due opposizioni che si sono contrapposte al centrodestra, il più importante – quello di vicepresidente, ndr. – è andato alla coalizione arrivata seconda – il Pd – e l’altro, comunque importante di segretario d’Aula, è andato alla seconda opposizione. Non è la conclusione di un percorso ma l’inizio di un altro percorso», chiosa Leodori. «Sia l’elezione del vicepresidente che quello del segretario d’aula ha dato dimostrazione di un tentativo di tracciare la visione di un’opposizione unita anche in prospettiva. Al di là delle diverse visioni elettorali che ci hanno portato alla sconfitta, oggi inizia un nuovo percorso che dovrà vedere unite le opposizioni nel non fare sconti alla maggioranza».

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