Giornata mondiale della felicità, è la Finlandia il Paese migliore in cui vivere. Italia al 33esimo posto

La classifica, stilata nel World Happiness Report, si basa su sei criteri: il paese scandinavo conquista la vetta per il sesto anno consecutivo

Secondo Paulo Coelho, è «riuscire a vivere nel presente». Secondo Victor Hugo, è «la convinzione che ognuno di noi è amato». Per Charles Dickens, invece, è «un dono» che non va aspettato. Fin dagli albori della storia, gli esseri umani si sono chiesti che cosa sia la felicità. E, da qualche anno, c’è anche chi si è proposto di misurarla. Nel 2012, l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 20 marzo come Giornata mondiale della felicità. In occasione di questo giorno, ogni anno viene pubblicato il World Happiness Report, che stila una classifica dei Paesi in base all’«indice della felicità». I criteri presi in analisi sono sei: supporto sociale, reddito, salute, libertà, generosità e percezione del livello di corruzione. Per il sesto anno consecutivo è la Finlandia a guadagnarsi il titolo di Paese più felice nel mondo. Seguono nella top ten: Danimarca, Islanda, Israele, Olanda, Svezia, Norvegia, Svizzera, Lussemburgo e Nuova Zelanda. L’Italia, invece, si ferma al 33esimo posto, due gradini più in basso del 2022. Per quanto riguarda il fondo della classifica, invece, è l’Afghanistan il Paese con l’indice di felicità più basso al mondo. Lo precedono Libano e Sierra Leone, rispettivamente al penultimo e terzultimo posto.


L’indice della felicità

Una volta stabiliti i sei criteri da prendere in esame, il lavoro dei ricercatori è abbastanza semplice: intervistare un campione rappresentativo della popolazione di un Paese per cercare di determinare «l’indice della felicità». A favorire un punteggio più alto sono alcuni fattori che ci si potrebbe aspettare: la situazione economica, le disuguaglianze sociali, il corretto funzionamento dei servizi pubblici e non solo. Tutti aspetti che, almeno secondo il report delle Nazioni Unite, non sono cambiati un granché durante gli anni del Covid. Ciò che la pandemia ci ha insegnato, semmai, è la generosità. Diversi Paesi, infatti, hanno visto crescere i propri livelli di altruismo. A scendere, invece, è la fiducia nelle istituzioni, uno dei criteri più importanti nel determinare il livello di felicità dei cittadini. Il livello di generosità ha avuto il suo aumento più consistente in Ucraina – 92esima in classifica -, dove è cresciuto del 70% in un anno, probabilmente a causa del senso di unione verso una causa comune: la difesa del proprio territorio dall’invasione russa.


Foto di copertina: UNSPLASH

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