La corsa della bolletta dell’acqua: nel 2022 una spesa media di 487 euro a famiglia

Il dato è in aumento del 5,5% rispetto al 2021. Pesano anche gli alti consumi degli italiani, quasi doppi rispetto alla media europea

Le conseguenze della guerra in Ucraina hanno acceso i riflettori sugli aumenti di prezzo delle utenze di luce e gas. Anche la bolletta dell’acqua, però, non è stata da meno. Nel 2022, la bolletta media di una famiglia italiana è arrivata a 487 euro, in aumento del 5,5% sull’anno precedente. A svelarlo è l’osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, pubblicato alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua del 22 marzo. A soffrire l’aumento più marcato in bolletta sono le province di Bolzano (+26,3%), Savona (+25,5%) e Trento (+21%). Cifre in crescita almeno del 10% in altri dodici capoluoghi: da Milano a Pescara, da Messina a Catania. A livello regionale, è la Toscana la regione più costosa per la bolletta dell’acqua, mentre il Molise la più economica.


I dati sulla dispersione idrica

Nel confronto tra 2021 e 2022, invece, è il Trentino-Alto Adige a far registrare l’aumento più consistente. La provincia più cara d’Italia, sempre per le spese dell’acqua, è Frosinone, dove la spesa media annuale di una famiglia è di 883 euro. All’estremo opposto della classifica c’è Isernia, che con una media di 174 euro annui a famiglia si conferma il capoluogo più economico. Secondo i dati di Cittadinanzattiva, gli italiani sono quelli che in Europa consumano più acqua in assoluta: 236 litri per persona al giorno contro una media europea di 120 litri. Il rapporto di Cittadinanzattiva aggiorna poi le stime sull’annoso problema della dispersione idrica, ossia dell’acqua che viene dispersa durante la distribuzione.


La classifica delle regioni

La regione peggiore da questo punto di vista è la Basilicata, dove va disperso il 62% dell’acqua, mentre la Valle d’Aosta si ferma al 26,9%. Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia spicca in negativo il dato di Latina, dove la dispersione idrica supera il 70%. Positivo, invece, il bilancio di Macerata, che disperde appena il 9,8% dell’acqua. Aumentano, poi, i comuni con razionamento dell’acqua per uso domestico, con i capoluoghi che passano in un anno da 11 a 15. A Palermo si sono registrati 183 giorni di sospensione del servizio, 182 a Trapani e altrettanti ad Agrigento. Su tutto il territorio di Cosenza l’acqua è stata razionata, con precise fasce orarie, tutti i giorni dell’anno, mentre a Enna – in Sicilia – solo in alcuni quartieri.

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