«Non abbiamo mai fornito armi alla Russia»: la Cina risponde alle accuse di Politico e New York Times

Le due testate hanno accusato Pechino di aver consegnato all’esercito russo materiali militari per milioni di dollari

La Cina non è «né creatrice né parte della crisi in Ucraina, né ha fornito armi ad alcuna delle due parti in conflitto». Risponde così il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin all’indomani del primo faccia a faccia tra Vladimir Putin e Xi Jinping a Mosca. Ieri il segretario di Stato americano Antony Blinken ha accusato la Cina di voler fornire una copertura diplomatica alla guerra mossa dalla Russia in Ucraina. Accuse a cui Wang ha risposto così: «Gli Usa non sono qualificati per puntare il dito contro la Cina, figuriamoci a incolparla. Dicono di voler mantenere la pace, ma la gente non vede alcun passo effettivo. Quello che vedono tutti è che gli Usa continuano a fornire armi al campo di battaglia». La scorsa settimana, un’inchiesta di Politico ha rivelato che la Cina avrebbe fornito fucili, droni e attrezzatura militare all’esercito russo. E a dimostrarlo sarebbero i dati forniti da ImportGenius, aggregatore di dati utilizzato dall’agenzia delle dogane russa. Alle ricostruzioni di Politico si sommano oggi quelle del New York Times, secondo cui la Cina – dall’inizio della guerra in Ucraina – avrebbe fornito droni al Cremlino per un totale di circa 12 milioni di dollari. Finora, però, le accuse mosse alla Cina riguardo alla fornitura di armi alla Russia sono arrivate solo da ricostruzioni giornalistiche e non da esponenti del governo. Il 25 febbraio, il presidente americano Joe Biden ha ammesso che l’intelligence statunitense non ha informazioni riguardo a un coinvolgimento della Cina nel conflitto in Ucraina. Se però dovessero emergere prove a dimostrazione di questa tesi, la Casa Bianca si è detta pronta a rispondere.


Foto di copertina: EPA/XINHUA | L’arrivo del presidente Xi Jinping all’aeroporto di Mosca, in Russia (20 marzo 2023)


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