Si allunga la lista dei sindaci di importanti città italiane che hanno dichiarato di voler continuare a trascrivere i certificati di nascita dei figli nati da coppie omogenitoriali. L’ultimo: il primo cittadino di Padova, Sergio Giordani, che – dopo un «incontro molto cordiale» con il Prefetto, Raffaele Grassi, ha fatto sapere di «voler continuare confermare le modalità e le procedure che fin dal 2017 sono state applicate da me e dal Comune di Padova, e come sempre fatto comunicando ogni atto alle Autorità competenti», si legge in una nota. «Come sindaco – prosegue Giordani – ben lontano dal farne una questione ideologica o di parte, ho il dovere di tutelare anzitutto gli interessi preminenti delle bambine e dei bambini». Per il sindaco di Padova, non è possibile «immaginare di negare atti amministrativi che mi competono come ufficiale di Stato Civile», e dai quali «derivano i diritti fondamentali di questi piccoli, esponendoli così a gravi discriminazioni». Poi l’appello: «È un contesto che vive gravissimi vuoti normativi che nuocciono prima di tutto, lo ripeto, alle bambine e ai bambini. Il mio appello non può che essere quello rivolto al legislatore e in maniera trasversale alle forze parlamentari di sanare questo vulnus», conclude. Dopo il caso di Milano, lo scorso 19 gennaio il prefetto del capoluogo euganeo, Raffaele Grassi (responsabile per tutta la provincia), aveva ricevuto dal ministero dell’Interno la circolare in cui viene richiesto ai prefetti di tutta Italia di recepire la sentenza n. 38162 della Corte di Cassazione a Sezione Unite del dicembre scorso, in cui si invitano i sindaci a uniformarsi a essa, bloccando di fatto i riconoscimenti anagrafici dei figli nati con procreazione assistita nelle coppie omogenitoriali. Padova non è però l’unico Comune veneto in cui si è proceduto alla registrazione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali. A Mira, in provincia di Venezia, è possibile procedere con la trascrizione all’anagrafe degli atti di nascita di bambini con due madri o due padri.
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