Pechino sull’audizione deI Ceo di TikTok al Congresso Usa: «Mai chiesto i dati dall’estero: contro di noi razzismo»

La dichiarazione della Cina arriva il giorno dopo l’audizione del Ceo dell’app, Shou Zi Chew, al Congresso Usa

«La Cina non ha mai chiesto e non chiederà mai ad alcuna azienda o individuo di raccogliere dati e informazioni in altri Stati con mezzi che violano le leggi locali». È la rassicurazione di Pechino all’indomani dell’audizione dedicata alla sicurezza nazionale del Ceo di TikTok, Shou Zi Chew, al Congresso Usa. Per la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, un eventuale divieto da parte degli Stati Uniti del social network lanciato nel settembre 2014, sarebbe «una persecuzione politica e xenofoba», ha detto. «Finora – continua Ning – il governo Usa non ha fornito prove per dimostrare che TikTok minacci la sicurezza nazionale, ma ha più volte presunto la colpa e soppresso senza ragione le società interessate». Nell’ultima settimana, e dopo parecchie discussione su come rendere il trattamento dei dati dell’app cinese più sostenibile per gli Usa, il presidente Biden aveva detto che avrebbe – scrive il Washington Post – proibito del tutto il social network nel paese se l’azienda non fosse stata venduta a un’altra società.


L’audizione (poco convincente) del Ceo di Tik Tok al Congresso Usa

La risposta di Pechino arriva il giorno dopo l’intervento del Ceo di Tik Tok che, davanti al congresso Usa, ha cercato di rassicurare gli Stati Uniti riguardo al rischio sicurezza nazionale che l’app di ByteDance rappresenta, considerata anche una minaccia per la relativa privacy degli utenti. «Non saremo influenzati da alcun governo», ha subito precisato Shou Chew nel suo discorso di apertura. «Il nostro social network non è controllato e non sarà manipolato da alcun governo, incluso quello di Pechino», ha detto Chew, rispondendo alle domande (taglienti) dei politici americani. In particolare, la presidente della commissione, la repubblicana Cathy McMorris Rodgers, ha chiesto al Ceo di «assicurare al 100% che il governo cinese non possa usare TikTok o la società che la controlla, ByteDance, per sorvegliare gli americani o manipolare i contenuti che vedono».


La risposta di Chew, a detta dei politici, è stata tutt’altro che convincente. «La società è impegnata a difendere i dati degli statunitensi da tutti gli accessi stranieri non voluti e manterrà i contenuti liberi dalla manipolazione di qualsiasi governo». «Se non può assicurarlo al 100%, allora prendo la sua risposta come negativa», ha tagliato corto Rodgers. Chew ha inoltre insistito molto sul fatto che il modo in cui TikTok raccoglie i dati sui suoi utenti e i loro comportamenti non è diverso da quello di molte altre aziende tecnologiche, anche statunitensi. «Dati come questi vengono solitamente raccolti da molti altri attori nella nostra industria, come Facebook e Twitter», ha detto, ribadendo inoltre inoltre  come «sia necessario avere regole chiare e trasparenti che valgano per tutte le società tech». 

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