Le banche illegali da Roma a Pechino: «Milioni di euro scomparsi»

Alcune organizzazioni sovrintendono la raccolta e il trasferimento a Pechino dei soldi attraverso schemi di evasione fiscale e riciclaggio

Ci sono i soldi raccolti in nero dai commercianti. E poi quelli frutto di proventi illeciti. Alcuni sfuggono ai controlli di Bankitalia e arrivano fino in Cina. Altri sono oggetto di riciclaggio e finiscono spostati fuori dai confini nazionali per poi magari rientrare “puliti”. Il sistema lo racconta la Relazione 2022 del “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica“. Che descrive la raccolta e il trasferimento a Pechino dei soldi attraverso schemi di evasione fiscale e riciclaggio. Oppure l’uso per consolidare posizioni in ben precise aree territoriali. Come quella di Prato. Ma anche a Milano, Napoli e Roma. Della relazione parla oggi Il Messaggero, che descrive il fiume di denaro non tracciato e, insieme, l’aumento delle rimesse dei lavoratori pakistani, bengalesi e filippini verso i loro paesi e il crollo di quelle cinesi. Il motivo, secondo la relazione, è l’aumento dello sfruttamento dei canali clandestini. Un’inchiesta della procura di Firenze a marzo ha portato in carcere due cittadini cinesi che offrivano servizi occulti di trasferimento di denaro verso la madrepatria dietro pagamento del 2,5% dell’importo. Dalle intercettazioni della Guardia di Finanza di Firenze è emerso inoltre che nel periodo delle restrizioni alla circolazione legate al Covid, a causa della cancellazione dei voli, gli «spalloni» li trasportavano in auto o via container fuori dal confine italiano. Per poi versarli presso banche estere dove la legislazione antiriciclaggio è meno stringente.


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