Figli di coppie omogenitoriali, l’affondo di Bonino: «I comuni si ribellino, quello di Piantedosi è crudele proibizionismo»

I vertici di +Europa e dei Radicali presentano alla Camera una mozione diretta ai sindaci, affinché proseguano le registrazioni anagrafiche dei figli di coppie omogenitoriali

«Caro sindaco trascrivo»: è il titolo dell’iniziativa lanciata dai vertici dei Radicali e di +Europa, oggi, 27 marzo, nella sala stampa di Montecitorio. Si tratta di una mozione indirizzata ai Consigli comunali e ai sindaci di tutta Italia affinché continuino a registrare all’anagrafe i figli delle coppie omogenitoriali, «indicando sui certificati i nomi di entrambi i genitori», sottolinea Riccardo Magi. È lui, fresco di nomina alla segreteria del partito, a introdurre la discussione: «Presentiamo degli strumenti per la mobilitazione dal basso, perché finora la maggioranza non ha fatto riferimento in alcun modo alla richiesta del 2021 della Corte costituzionale al Parlamento – ovvero – di emanare una legge che tuteli i figli concepiti con la gestazione per altri». Magi dà poi la parola a Giulia Crivellini, avvocata e tesoriera di Radicali Italiani: «Ciò che sta succedendo oggi in Italia sulla pelle dei figli di coppie omogenitoriali è gravissimo, serve una legge ma, nel frattempo, serve spingere affinché i sindaci trascrivano gli atti di nascita come richiesto dal diritto costituzionale ed europeo. Siamo pronti alla mobilitazione nazionale insieme a tutte le sigle coinvolte per contrastare questi provvedimenti che, nero su bianco, negano i diritti alle persone». Subito dopo interviene Benedetto Della Vedova, deputato e predecessore di Magi. A suo dire, il governo Meloni si sta adoperando in «una torsione reazionaria su temi identitari, per nascondere il vuoto di contenuti della maggioranza».


Claudio Uberti, presidente di Certi Diritti, accusa la leader di Fratelli d’Italia e il suo esecutivo di «avvicinarsi sempre di più all’Ungheria di Orban e alla russia di Putin». Intervengono Federica Valcauda e Raffaella Stacciarini, rispettivamente segretaria e tesoriera dei Radicali milanesi. Entrambe hanno fiancheggiato il sindaco Beppe Sala nell’operazione che ha portato il capoluogo lombardo a essere un simbolo per il riconoscimento dei diritti lgbtqi+: «La recente decisione della prefettura di Milano è frutto di una scelta politica oscurantista e discriminatoria – dicono in sala stampa, a Montecitorio -. Come Sala crediamo che la strada principale sia quella del Parlamento ma nel frattempo dobbiamo anche tutelare i minori e sostenere le trascrizioni ad opera dei sindaci». La chiusura della conferenza stampa è affidata a Emma Bonino. Le parole più dure sono le sue: «La trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali da parte dei sindaci è oggetto di una direttiva non vincolante da parte del ministro Piantedosi, che invita a interromperla. Noi riteniamo questo puro proibizionismo, inutile e crudele, e quindi ci stiamo appellando a tutti i nostri iscritti, attivisti, ai sindaci, ai consiglieri comunali perché si esprimano a favore del mantenimento della trascrizione». E conclude: «Questa è la trama generale che la maggioranza oppone ai problemi complessi. Mentre la società va avanti, l’ideologia della famiglia “Mulino bianco” è dura a morire».


Il video della conferenza stampa

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