Codice appalti, Busia risponde a Salvini: «Così si sacrifica la trasparenza alla velocità. Non mi dimetto»

Il presidente di Anac difende il suo ruolo imparziale: «Ho il dovere di collaborare e la libertà di criticare»

Dopo aver criticato il nuovo codice degli appalti pubblici ed esser finito per questo nel mirino della Lega di Matteo Salvini, Giuseppe Busia è ospite a Otto e mezzo su La7 per spiegare la sua posizione. «Il mio ruolo mi impone, laddove io li ravvisi, di segnalare elementi di mia competenza, non per attaccare ma per collaborare con il governo», sottolinea il presidente dell’Anac, «quanto ai rapporti con Salvini “i contatti ci sono e ci devono essere. Durante la fase di elaborazione del codice e nelle settimane precedenti ho partecipato ed espresso le riserve di questi giorni». E le polemiche delle ultime ore non lo hanno portato a pensare, neanche per un attimo, alle dimissioni, proprio in virtù del suo ruolo: «Ho il dovere di collaborare, voglio farlo con l’attuale governo e avere la libertà di criticare». Il presidente dell’Anac anzi evidenzia gli aspetti positiva del nuovo codice. «La prima preoccupazione è fare una buona riforma e che l’Italia abbia un buon codice degli appalti», ragiona Busia, «da questo dipende lo sviluppo del Paese. Non è una riforma qualsiasi, può creare ricchezza e sviluppo, va fatta bene. Il codice Salvini ha tanti buoni aspetti, come la parte sulla digitalizzazione, il problema è il sacrificio della trasparenza in favore della velocità. Abbiamo bisogno di velocità per il Pnrr ma anche di qualità, che la spesa sia buona e che sia fatto un uso coerente delle risorse pubbliche».


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