Codice Appalti, la Lega contro le dichiarazioni di Busia: «Non può guidare l’Anticorruzione». Il presidente di Anac corregge: «Sindaci eroi». E arriva la frenata

Polemiche dopo le parole del dirigente che aveva mosso pesanti critiche al nuovo testo. Poi lui interviene difendendo i primi cittadini e il Mit spegne la polemica

«Amministratori corrotti? No, nel modo più assoluto. I sindaci, soprattutto nei piccoli comuni, oggi sono degli eroi». Dice il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, rispondendo alle accuse avanzate dalla Lega secondo cui il numero uno dell’Anticorruzione avrebbe pronunciato parole «gravi, inqualificabili e disinformate» sul nuovo codice degli appalti pubblici. E le sue parole spengono, almeno per il momento la polemica, visto che “fonti del Mit” esprimono «grande soddisfazione e sollievo per l’evidente correzione di rotta del presidente Anac che ora ha definito i sindaci eroi da ammirare»:


Le accuse della Lega

La dichiarazione del presidente dell’Autorità anticorruzione sono arrivate a stretto giro dopo che in mattinata Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega, ha criticato duramente le sue parole sul Codice Salvini, ovvero il nuovo Codice degli Appalti. Cosa aveva detto Busia? Durante l’intervento di ieri a Zapping su Radio Uno, il numero uno dell’Anticorruzione aveva sottolineato come la principale «ombra» del Codice in questione fosse legata al fatto che sotto «i 150 mila euro si dà mano libera: si dice non consultate il mercato, scegliete l’impresa che volete, il che vuol dire che si prenderà l’impresa più vicina, quella che conosce, non quella che si comporta meglio». Parole, queste, che non sono piaciute al responsabile Enti locali del partito del vicepremier Salvini che ha accusato Busia di «pensare che tutti i sindaci siano corrotti» e chiedendo, inoltre, di far saltare la sua “poltrona”. «Non può stare più in quel ruolo», dice Locatelli. «Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile», conclude.


Il viceministro delle Infrastrutture: «Le parole di Busia delegittimano il lavoro delle P.A.»

A rincarare la dose delle accuse era intervenuto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi (Lega), secondo il quale «l’attacco del presidente Busia e dei detrattori della nuova norma risponda a una logica di deresponsabilizzazione che rischia di delegittimare il prezioso lavoro che le pubbliche amministrazioni svolgono ogni giorno nella gestione dei contratti pubblici», dice. Per il viceministro, la norma approvata in Cdm «allinea l’Italia all’Europa e la rende competitiva», permettendo «ai sindaci dei piccoli comuni di rispondere con efficacia ed efficienza alle istanze delle proprie comunità. Senza dover aspettare mesi per esperire gare attraverso enti più grandi già gravati da mille altre priorità».

Boccia (Pd): «Accuse gravi. I timori espressi da Busia sono i nostri»

A prendere invece le difese di Giuseppe Busia è stato quindi intervenuto il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia. «Troviamo molto gravi gli attacchi che gli esponenti della Lega rivolgono al presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione», ha detto Boccia secondo cui «la colpa di Busia è solo quella di denunciare con forza le criticità del nuovo codice appalti. La destra sappia che le preoccupazioni di Busia sono le nostre», ha concluso.

La replica di Busia

Nella replica di oggi pomeriggio Busia ha difeso i sindaci, specificando che «svolgono una funzione essenziale, importantissima, pagati pochissimo e si assumono grandi responsabilità»: «Verso i sindaci – ha sottolineato Busia – Anac nutre solo ammirazione, come pure verso i funzionari pubblici. Sono persone nella stragrande maggioranza che servono l’istituzione e lavorano per fare bene. La fiducia che Anac dà ai sindaci è piena». Secondo il presidente dell’Anac, però, «Per quanto riguarda invece la criminalità negli appalti, purtroppo ci sono settori in cui la criminalità è presente. Dovendo spendere grandi risorse in tempi stretti, i rischi sono alti, ma controllabilità e trasparenza si possono conciliare con la rapidità del fare, attraverso il digitale», ha concluso Busia. E, per ora, il Mit ha deciso di spegnere la polemica sottolineando in una nota che i contatti con Salvini non sono mai venuti meno e che le critiche dalla Lega «evidentemente, sono servite per un chiarimento».

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