C’è una nuova coppia politica in Italia: Gianni Alemanno e Marco Travaglio. Dopo essersi combattuti per anni, i due finiscono a braccetto da pacifisti sull’Ucraina – I video

L’ex sindaco di Roma è intervenuto in mattinata alla presentazione al mondo della destra del libro del direttore del Fatto Quotidiano: «Un fronte trasversale contro la guerra»

La strana coppia (politica). Dopo essersi combattuti per anni, cavalcando avvisi di garanzia e inchieste giudiziarie, Marco Travaglio e Gianni Alemanno finiscono “a braccetto” almeno su un argomento: l’opposizione al modo in cui l’Italia sta gestendo la guerra in Ucraina. L’ex sindaco di Roma è infatti intervenuto in mattinata alla presentazione al mondo della destra del libro del direttore del Fatto Quotidiano dal titolo “Scemi di Guerra. La tragedia dell’Ucraina, la farsa dell’Italia. Un paese pacifista preso in ostaggio dai nopax”. Un libro, quello di Travaglio, che ricostruisce le cause della guerra tra Russia e Ucraina, criticando di fatto le posizioni della politica e del giornalismo italiano. «È il diario, giorno per giorno, degli eventi drammatici che si consumano nell’Europa dell’Est mentre in casa nostra la politica e il giornalismo danno il peggio di sé», si legge nella descrizione del libro. E i due personaggi agli antipodi, dalle parole dello stesso Alemanno, si rappresentano in «un fronte trasversale contrario alla guerra per costringere la politica ufficiale a prenderne atto», ha detto l’ex sindaco della Capitale, portavoce del “Comitato Fermare la guerra”. «Qualcuno della nostra area politica di destra – continua Alemanno in una sala strapiena – ha criticato l’idea di organizzare la presentazione del libro di Travaglio, ma il successo che abbiamo avuto qui in sala dimostra che solo costruendo un fronte trasversale al di là degli schieramenti si può dare voce alla maggioranza degli italiani contraria alla guerra e costringere la politica ufficiale a prenderne atto».


Alemanno, ha poi ricordato che «la conseguenza immediata di tutto questo può essere la raccolta di firme sui quesiti referendari che possono fermare la partecipazione dell’Italia a questa guerra». Dello stesso parere anche il direttore del Fatto Quotidiano, secondo il quale anche la pace «passa attraverso movimenti politici trasversali. Ci vogliono persone libere che organizzino cose insieme», ha detto. Nel corso della presentazione Travaglio ha poi ribadito di aver sempre «detestato il regime putiniano», ma ha ricordato che la guerra ha «origini ben anteriori all’invasione da parte della Russia che risale a febbraio dello scorso anno». Poi il riferimento all’articolo 11 della Costituzione, ovvero «L’Italia ripudia la guerra» ed è per questo che, secondo Travaglio, tale articolo «impone al nostro Paese di non inviare armi in Ucraina. Forse altri paesi possono farlo, noi no. L’Italia può essere determinante per costruire uno schieramento di pace europeo con Francia e Germania e costringere quindi gli Stati Uniti a muoversi per una tregua per non essere scavalcati», ha concluso.

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