Fino a 3.000 nuove assunzioni nel pubblico, la metà per i ministeri e un inviato speciale per il cambiamento climatico. Le novità nel dl Pa-Ministeri

Nei 30 articoli, previste misure che vanno dal rafforzamento della pubblica amministrazione, anche a livello locale, al ritorno del numero di telefono di pubblica utilità 1500

Un nuovo decreto è allo studio del governo Meloni. Dovrebbe approdare tra due giorni, giovedì 6 aprile, in Consiglio dei ministri, ma la sua bozza è iniziata a circolare già oggi. Si tratta di un testo vasto, di oltre 30 articoli, che si intitola «Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche». Al suo interno, le misure più disparate: dall’assunzione di circa 3 mila dipendenti pubblici, al ritorno del numero di telefono attivato per i cittadini durante l’emergenza Covid, il 1500. Con ordine, ecco gli interventi principali che l’esecutivo punta ad adottare con il dl Pa-Ministeri. Innanzitutto, un piano considerevole di ingressi di dipendenti nei dicasteri. La maggioranza ambisce a dotare ministri e organi di governo di nuova forza lavoro, così ripartita. Area funzionari: 300 assunzioni straordinarie al Viminale, 60 al ministero dell’Agricoltura, 350 al ministero del Lavoro, 75 al ministero del Turismo, 70 alla presidenza del Consiglio, 63 ad Agenas, 15 ad Anvur e 35 al ministero della Salute. Area assistenti: 100 unità straordinarie al ministero degli Esteri, 30 al ministero dell’Agricoltura, 6 ad Agenas, 100 all’Avvocatura dello Stato, 60 al ministero del Turismo, 42 alla presidenza del Consiglio dei ministri e 2 al ministero della Salute, 2 al ministero delle Imprese.


Non finisce qui. I nuovi ingressi prevedono anche assunzioni organiche. Area funzionari: 300 unità al Viminale e 60 al ministero dell’Agricoltura. Area assistenti: 200 unità al ministero degli Esteri. Nuove possibilità anche per i ruoli di vertice: 20 dirigenti di seconda fascia in più per il ministero delle Infrastrutture, 5 dirigenti di prima fascia e 6 dirigenti di seconda fascia per il ministero della Cultura, 4 dirigenti di prima fascia in più per il ministero dell’Ambiente, 3 di prima fascia e 10 di seconda fascia per il ministero dell’Agricoltura, 2 di prima fascia e 2 di seconda fascia per il ministero dell’Università, 1 dirigente di seconda fascia per il ministero dell’Interno e 10 di seconda fascia per il ministero degli Esteri. Un lungo elenco di assunzioni che restituisce, però, l’entità anche economica del provvedimento che l’esecutivo di Giorgia Meloni si appresta a varare. A questi nuovi ingressi ministeriali – circa 1.300 -, vanno aggiunte 1.700 che riguardano le forze dell’ordine. Si vuole rafforzare anche il reparto dei medici di polizia penitenziaria e potenziare il 1500: il numero di telefono di pubblica utilità torna in capo al ministero della Salute.


Il dl Pa-Ministeri prevede anche la stabilizzazione di precari che hanno lavorato, per almeno tre anni, negli enti locali – Regioni, Province e Comuni -, dando la possibilità a queste amministrazioni di procedere con la regolarizzazione dei contratti, entro il 31 dicembre, per quei dipendenti che hanno superato i 36 mesi a tempo determinato, nei limiti della pianta organica e previo superamento di un «colloquio selettivo». In generale, molte di queste assunzioni vanno inquadrate nel tentativo di rafforzare quelle amministrazioni che devono attuare il Pnrr. Tant’è che il testo dà alle amministrazioni anche il potere di trattenere in servizio il personale dirigenziale «in possesso di specifiche professionalità». Gli enti potranno altresì «conferire incarichi dirigenziali o direttivi retribuiti al personale collocato in quiescenza, per un periodo non superiore a due anni e comunque in misura non superiore al 10% delle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente». Oltre alle assunzioni, il provvedimento del governo prevede un riordino di alcune funzioni. Per esempio, viene soppresso l’Ispettorato nazionale del lavoro: le sue competenze passerebbero direttamente al ministero del Lavoro.

O ancora, via dall’Anpal alcune competenze, come il coordinamento dei programmi cofinanziati dal Fondo sociale europeo e gli atti interpretativi di norme di legge o regolamento nelle materie di competenza dell’Agenzia per le politiche attive: tornano anch’esse sotto l’ambito del ministero del Lavoro. Poi, decadono il presidente e il Consiglio di amministrazione di FormezPA, che viene quindi commissariato dal capo del dipartimento della Funzione pubblica della presidenza del Consiglio. Presso lo stesso dipartimento, la bozza del decreto prevede che sia istituito un Osservatorio nazionale del lavoro pubblico con il «compito di promuovere lo sviluppo strategico del Piano e le connesse iniziative di indirizzo in materia di lavoro agile, innovazione organizzativa, misurazione e valutazione della performance, formazione e valorizzazione del capitale umano». Novità anche per Daniela Santanchè: al fine di «rendere più incisiva e razionale l’attività di supporto svolta» da Enit, l’Agenzia nazionale per il turismo, il ministero del Turismo è autorizzato a «costituire una società per azioni denominata “Enit spa” con un capitale sociale iniziale di 10 milioni di euro». Le azioni sono attribuite al ministero dell’Economia, che «esercita i diritti dell’azionista». Enit spa sarà una società in house e, dunque, «sottoposta ai poteri di vigilanza e controllo del ministero del Turismo».

Compare anche una nuova figura, quella dell’inviato speciale per il cambiamento climatico. «Al fine di consentire una più efficace partecipazione italiana agli eventi e ai negoziati internazionali sui temi ambientali, ivi inclusi quelli sul cambiamento climatico, il ministro dell’Ambiente e il ministro degli Esteri nominano l’inviato speciale per il cambiamento climatico». Una figura che potrà essere scelta «anche fra estranei alla pubblica amministrazione e in possesso di adeguata professionalità ed esperienza per ricoprire l’incarico. Gli corrisposto un compenso determinato dal ministro dell’Ambiente, fermo restando il rispetto dei limiti stabiliti». In tal senso la norma di riferimento è quella del decreto del 2011, che fissa il tetto massimo a 240 mila euro. Infine, tra le pieghe del dl Pa-Ministeri compare un capitolo per il potenziamento della struttura organizzativa della Lilt, la Lega italiana per la lotta contro i tumori. Aumentano i finanziamenti: una quota di 362.700 euro per l’anno 2023 di 544.000 euro a decorrere dal 2024 al fine di «assicurare l’implementazione dell’attività di prevenzione oncologica unitamente all’attività socio-sanitaria e riabilitativa».

Aggiornamento

Nel pomeriggio, l’Ansa riporta la notizia che il decreto Pa-Ministeri, la cui bozza è circolata nella mattinata, non sarà portato nel Consiglio dei ministri del 6 aprile. E comunque, comunicano fonti di governo, i numeri contenuti nella bozza andranno incontro a un forte ridimensionamento. Scrivono le agenzie: «In merito al cosiddetto “Decreto assunzioni”, fonti di Palazzo Chigi precisano che le anticipazioni sul provvedimento costituiscono la mera sommatoria delle proposte avanzate dai singoli ministeri. Su tali richieste, spiegano le stesse fonti, è in corso un approfondimento e una verifica di fattibilità di sistema e di copertura finanziaria. Pertanto, dopo tale valutazione i numeri e l’impatto risulteranno fortemente ridimensionati, viene spiegato, sottolineando che il governo è impegnato a garantire la funzionalità delle amministrazioni in un quadro di equilibrio e di efficienza». Per un decreto che potrebbe saltare dall’ordine del giorno del Consiglio dei ministri, un altro potrebbe essere incluso. Lo annuncia Matteo Salvini. Si tratta del cosiddetto decreto siccità: «Giovedì dovremo arrivare in Consiglio dei ministri con il decreto Acque – afferma il segretario della Lega -. Non c’è bisogno di commissariamenti per la dispersione idrica perché ci stiamo già lavorando».

Leggi anche: