Adolescenti trans, la Lega chiede di vietare i farmaci bloccanti la pubertà in Lombardia. Ma nella mozione spunta una gaffe

I firmatari del testo chiedono una relazione approfondita all’Aifa e lo stop di queste terapie. Ma dimenticano i nomi degli scienziati e lasciano «XX»

Inizia anche in Lombardia la crociata contro i farmaci bloccanti della pubertà, le terapie prescritte agli adolescenti transgender per fermare (in modo reversibile) i cambiamenti fisici legati alla pubertà, come lo sviluppo del seno o della barba. Le Lega ha presentato una mozione in Consiglio regionale della Lombardia per chiedere di vietare la triptorelina, il bloccate più utilizzato in questo ambito, attualmente prescritto solo dopo un’attenta valutazione multidisciplinare presso centri medici specializzati. «Serve principalmente nel trattamento dei sintomi del tumore alla prostata, in quello della mammella in cui risulti indicato il trattamento ormonale e nelle pazienti in premenopausa. Ma può anche ritardare lo sviluppo puberale dei bambini che soffrono di disforia di genere e che quindi non accettano il sesso di nascita», si legge nelle premesse della mozione. «Nel caso specifico della disforia di genere, la Triptorelina viene utilizzata per sospendere lo sviluppo puberale, anche se il suo utilizzo è considerato off label, ovvero al di fuori delle indicazioni terapeutiche specifiche del farmaco», prosegue il Carroccio. E ricorda che dal 2019 l’Aifa ha inserito questa terapia tra i farmaci erogabili a carico del Servizio Sanitario Nazionale per i casi con «diagnosi di disforia di genere».


L’efficacia del farmaco sull’incongruenza di genere

La Lega sottolinea poi che «non è ancora stato chiarito se il blocco temporaneo del solo sviluppo fisico, in un adolescente con disforia, possa effettivamente costituire una condizione “favorevole” alla risoluzione del suo dissidio d’identità». Tuttavia, va ricordato, che nei mesi scorsi 12 società scientifiche specializzate del settore – dagli endocrinologi agli andrologi fino ai neuropsichiatri infantili – hanno scritto una lettera per fare chiarezza sulla questione, evidenziando l’efficacia e l’importanza di queste terapia. Si tratta, evidenziavano gli esperti, di «un farmaco salva-vita. Stando ai dati disponibili a oggi, infatti, fino al 40% degli adolescenti transgender tenta il suicidio (cfr. James SE, et al. National Center for Transgender Equality. 2016), e la terapia con triptorelina riduce del 70% questa possibilità (cfr. Turban JL et al. Pediatrics. 2020)».


La gaffe nella mozione

Dal canto suo, la Lega porta a sostegno della sua richiesta una serie di dichiarazioni di presunti biologi e scienziati. Presunti perché chi ha scritto e pubblicato la mozione si è dimenticato di inserire nome e cognome degli esperti, rimasti semplicemente «XX». Una dimenticanza, e una gaffe.

Le richieste della Lega

Da qui si alzano le sollecitazioni della Lega al Consiglio regionale affinché venga attivato un tavolo ministeriale di tecnici ed esperti per elaborare nuove linee guida sull’utilizzo della triptorelina nei casi di disforia di genere e una ricognizione delle Regioni sulla spesa e sulle prescrizioni di triptorelina negli adolescenti trans. Non solo. Chiedono una relazione approfondita all’Aifa sulle conseguenze del farmaco, una modifica alla legge che consente l’erogazione a carico del Ssn e – nel frattempo – di «vietare in Lombardia la prescrizione della triptorelina in tutti i casi non previsti dalla scheda del prodotto rilasciata dalla casa farmaceutica».

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