I 172 milioni di plusvalenze di Roma, Lazio e Salernitana nel mirino delle procure

L’indagine sui giallorossi: nel mirino gli acquisti di Defrel, Kumbulla e Cristanti. Sette scambi tra Salernitata e biancocelesti sotto la lente

La cifra totale è di 172 milioni di euro. A tanto ammontano le plusvalenze nel mirino delle procure di Roma e Tivoli per l’indagine che coinvolge AS Roma, SS Lazio e Salernitana. Dopo le perquisizioni di ieri i club romani si sono difesi negando ogni addebito. Gli anni sotto la lente sono 2017, 2018, 2019 e 2021. Gli indagati sono in totale 16. I reati ipotizzati dai procuratori Francesco Lo Voi e Francesco Menditto sono emissione di false fatture per operazioni inesistenti e false comunicazioni sociali. Giallorossi e biancocelesti erano entrambi quotati in Borsa (ora la società dei Friedkin ne è uscita). Il decreto di perquisizione di 12 pagine contesta alla Roma anche la mancata predisposizione di «modelli di organizzazione e gestione idonei a prevenire fatti di reato della stessa specie di quelli verificatisi rendendone in tal modo possibile la realizzazione da parte degli indagati».


L’indagine sui giallorossi

Secondo l’edizione romana di Repubblica l’indagine pone al centro non solo la compravendita di Leonardo Spinazzola e Luca Pellegrini, ma anche gli affari con il Sassuolo. il Verona e l’Atalanta. La prima trattativa risale all’estate del 2017, quando la società era ancora di proprietà di James Pallotta (anche lui indagato con i suoi collaboratori). All’epoca, quando la Roma era allenata dall’ex Sassuolo Eusebio Di Francesco, Gregoire Defrel arriva a Trigoria per circa 20,5 milioni di euro. Ma nella stessa trattativa in Emilia-Romagna finiscono l’allora capitano della primavera giallorossa Riccardo Marchizza e Davide Frattesi. Con valutazioni rispettivamente di 3 e 5 milioni di euro. Frattesi ora è nel giro della Nazionale e il suo cartellino ha una valutazione di 30 milioni. La seconda trattativa sotto la lente è quella che ha portato Bryan Cristante (27,6 milioni di euro) a Roma. In questa viene inserito Marco Tumminello per una plusvalenza da 4,5 milioni di euro. Il secondo ora è in serie C, alla lucana Gelbison.


Gli affari Kumbulla e Pellegrini

Con il Verona l’acquisto sotto la lente è quello dell’albanese Marash Kumbulla. Anche questa conclusa sulla base di una cifra importante, 29,5 milioni di euro. Alla valutazione si arriva inserendo nella trattativa i cartellini di Mert Cetin, difensore turco, e dei giovani Aboudramane Diaby e Mattia Cancellieri. Entrambi valutati 2,5 milioni. Mentre per Cetin la Roma ha messo a bilancio 4,4 milioni di plusvalenza. Il procuratore aggiunto Stefano Pesci e le pm Maria Sabina Calabretta e Rita Ceraso contestano agli indagati anche l’omissione e l’alterazione di dati relativi alla situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società. Oltre ad «azioni atte a consentire a terzi l’evasione delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto». Nel registro degli indagati ci sono i nomi del presidente e del vicepresidente Dan e Ryan Friedkin, dell’ex presidente James Pallotta, degli ex amministratori delegati Umberto Gandini e Guido Fienga, dell’ex vice presidente esecutivo ed ex direttore esecutivo Mauro Baldissoni. Oltre a quelli di alcuni dirigenti.

Gli scambi tra Salernitana e Lazio

Poi c’è la situazione particolare di Salernitana e Lazio. La procura di Tivoli, che indaga per competenza sui biancocelesti, guarda al mercato del club all’epoca ceduto dal presidente Claudio Lotito (ora indagato con il ds Igli Tare) a un trust per consentirne l’iscrizione in Serie A. Prima della vendita a Danilo Iervolino. Nel mirino ci sono le transazioni che hanno portato sette giocatori dalla Salernitana alla Lazio. La procura indaga sugli affari Akpa Akpro (12,7 milioni di euro), Mattia Sprocati (3,25), Tiago Casasola (3), Emanuele Cicerelli (2,5), Biagio Morrone (0,5), Mattia Novella (0,3) e Andrea Marino (0,25). Di questi l’unico a calcare ancora i campi della Serie A è Akpa Akpro, ora all’Empoli.

Il capo d’imputazione dei biancocelesti

Nel capo di imputazione si afferma che Lotito, in qualità di presidente del Consiglio di Gestione della S.S. Lazio S.p.A., assieme a Marco Moschini in qualità di Consigliere Delegato, Marco Cavaliere quale Direttore Amministrativo e Igli Tare quale Direttore Sportivo della Società, «in concorso tra loro, avvalendosi delle fatture di vendita dei giocatori ceduti dalla U.S. Salernitana, frutto di valutazione artefatte rispetto al valore di mercato del singolo calciatore al momento della cessione, indicavano nelle dichiarazioni dei redditi annuali elementi passivi fittizi (costi “gonfiati”), nonché facevano figurare nei bilanci societari i rispettivi valori di acquisto spropositati dei calciatori, così falsando il valore del patrimonio della società sportiva».

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