In Banca di Italia lo smart working non riesce più a terminare. Perfino alla Vigilanza i dipendenti vogliono stare a casa 12 giorni al mese

Cresce lo scontro tra i dirigenti di Bankitalia e i sindacati sul lavoro da casa che proprio non vuol finire

Dopo un tira e molla durato molti mesi, la Banca di Italia ha elaborato una soluzione salomonica sullo smart working chiesto a gran voce da quasi tutti i dipendenti e soprattutto da tutti i numerosi sindacati che li rappresentano. Di fronte alla resistenza trovata al rientro alla normalità post pandemica, alla fine i vertici della banca centrale guidata da Ignazio Visco hanno concesso sulla carta uno smart working ampliato fino a 12 giorni al mese. Sulla carta però: non è una decisione organizzativa, ma una facoltà di autorizzazione lasciata a ciascun capo struttura. E a seconda del servizio c’è chi largheggia e accontenta i dipendenti, e chi invece stringe le maglie dello smart working anche per il tipo di lavoro che si trova a coordinare. L’ultima grana è scoppiata venerdì 7 aprile, alla vigilia di Pasqua, ed è stata resa pubblica dalla First Cisl. Una piccata lettera inviata dai dipendenti del dipartimento sulla vigilanza bancaria e finanziaria al capo della struttura, Giuseppe Siani. Che i dipendenti accusano di fare pressing contro lo smart working: «Viene riferito da più parti che Lei faccia pesanti pressioni sui capi affinché non vengano concesse autorizzazioni. Non sappiamo se Lei si stia producendo in questa indebita moral suasion per convinzioni per convinzioni personali o come esecutore di direttive dall’alto».


La lettera dei sindacati al capo struttura De Siani sulle «pesanti pressioni» contro lo smart working

Pur dando rispettosamente del “Lei” con tanto di maiuscola al superiore, Siani viene accusato di non rispettare «le legittime aspettative del personale», con cocciutaggine incomprensibile «di fronte alla consolidata osservazione di una notevole produttività del lavoro a distanza, anche in Vigilanza». Alla fine della missiva due minacce: La prima è stata fatta propria dalla stessa Cisl: un ricorso contro Siani per «condotta antisindacale». La seconda è una minaccia non fortissima dei dipendenti della Vigilanza di «guardare verso altri dipartimenti/funzioni della Banca, dove non sembra siano state assunte iniziative così poco trasparenti». Nella vigilanza sono oggi inquadrati 635 dipendenti della Banca di Italia fra tutti i livelli. La maggiore parte di questi- 162- è rappresentata dagli ispettori che devono controllare di solito in loco conti e documenti delle banche non sottoposte alla vigilanza della Bce (quelle di dimensioni meno rilevanti). Un compito che con tutta evidenza è assai difficile svolgere in smart working.


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