Iran, la stretta tech del regime: caccia alle donne senza velo anche con «telecamere intelligenti»

«Le donne che rimuovono l’hijab dovranno rispondere delle proprie azioni in tribunale», ha reso noto il capo della polizia Ahmad-Reza Radan

Le autorità iraniane hanno iniziato ad installare telecamere intelligenti nei luoghi pubblici per identificare le donne che non indossano l’hijab. Secondo la polizia, che ne dà notizia citata dalla Bbc e dal Guardian, il sistema dovrebbe aiutare a prevenire l’infrazione della norma che obbliga le donne a coprire i capelli con il velo. Individuate dagli occhi elettronici, le contravventrici riceveranno un messaggio con le prove e un avvertimento delle conseguenze delle loro azioni. «Le donne che rimuovono il velo dovranno rispondere delle proprie azioni in tribunale», ha reso noto il capo della polizia Ahmad-Reza Radan in un’intervista rilasciata alla televisione nazionale, nella quale ha parlato di un sistema di «telecamere intelligenti», senza però specificarne il funzionamento. I dispositivi dovrebbero anche essere in grado di identificare le passeggere delle automobili. In caso contrario, a ricevere la notifica della contravvenzione sarà direttamente il conducente. Il governo ha anche invitato le imprese a collaborare.


Le proteste

La mossa rientra nell’ambito della repressione dei diritti delle donne da parte del regime iraniano che è sfociata in proteste durate mesi a partire dalla morte di Mahsa Amini, 22enne deceduta mentre si trovava nelle mani della polizia proprio per non aver indossato il velo nella maniera considerata corretta dalle autorità iraniane. Queste sostengono che «apparire in pubblico senza velo offuschi l’immagine spirituale della società e provochi insicurezza», nonostante nel Paese sia ormai comune vedere un gran numero di donne che girano nei luoghi pubblici senza coprirsi il capo. Le proteste si sono evolute in un movimento senza precedenti che continua a chiedere il rispetto delle donne, e in generale dei diritti umani nel Paese.


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