Il governo è pronto a varare lo stato di emergenza nazionale per i flussi migratori

Il ministro per le Politiche del mare, Musumeci: «Parliamo di un fenomeno mai conosciuto nel passato. Le isole da sole non possono affrontare questa situazione»

Appuntamento alle ore 16, a Palazzo Chigi, per un Consiglio dei ministri dall’ordine del giorno denso di provvedimenti. Agli interventi a sostegno della competitività dei capitali, al Documento di economia e finanza, il Def, il primo a firma Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti, alla proposta per sanzionare chi imbratta i beni culturali si è aggiunta, nelle ultime ore, la possibile dichiarazione dello stato di emergenza nazionale in materia di immigrazione. La decisione sarebbe maturata in seguito a un incontro avvenuto ieri, 10 aprile, tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro della Protezione civile e del mare Nello Musumeci. «Se oggi dichiareremo lo stato di emergenza sull’immigrazione? È una ipotesi assai probabile – spiega Musumeci -. C’è una condizione di assoluta emergenza. Non è un fatto nuovo, io stesso avevo lanciato l’allarme settimane fa. È un problema che è destinato a non esaurirsi per almeno i prossimi dieci anni. Una condizione che mette in sofferenza le strutture dello Stato ed è inevitabile perché parliamo di esseri umani che hanno diritti e verso i quali dobbiamo avere un approccio responsabile. Lo stato di emergenza dovrebbe facilitare le procedure. Parliamo di un fenomeno mai conosciuto nel passato. Le isole da sole non possono affrontare questa condizione di emergenza».


Gli sbarchi degli ultimi giorni

Nello scorso fine settimana, c’è stata un’altra impennata di sbarchi sulle coste italiane. Tra venerdì 7 e lunedì 10 aprile, circa 1.700 migranti hanno raggiunto l’Italia. Nei giorni precedenti, in diverse operazioni di soccorso, la Guardia Costiera aveva salvato un totale di 1.200 persone nel Canale di Sicilia. Senza tralasciare il numero crescente di morti e dispersi, come avvenuto per i due recenti naufragi registrati davanti alle coste tunisine, che hanno provocato la morte di 38 persone e un numero di dispersi che si aggira intorno alla ventina. L’ordine del giorno della riunione a Palazzo Chigi, integrato la mattina dell’11 aprile, prevede una riorganizzazione del Masaf, il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, e il già citato disegno di legge contenente le «disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici».


La legge sugli imbrattamenti

ANSA | Consiglio dei ministri del 9 marzo 2023, tenuto a Cutro

Quest’ultimo testo, ribattezzato già da alcuni «decreto anti-vandalismo», vede l’opposizione degli esponenti del centrosinistra: la Dem Simona Malpezzi definisce la maggioranza «grottesca», poiché «dal Pnrr alle migrazioni, è costretta ogni giorno a inventarsi qualcosa per coprire i propri fallimenti». Sul tavolo del Consiglio dei ministri, poi, dovrebbe arrivare anche il decreto per intervenire sul Cda di Sport e Salute, la società che rappresenta la cassaforte dello sport italiano. Il ministro Andrea Abodi vorrebbe «riportare il consiglio a cinque per poi creare la figura dell’amministratore delegato che sia diversa da quella del presidente». Infine, c’è anche da chiudere la partita generale sulle nomine delle società partecipate dello Stato.

Leggi anche: