Iran, nuovi casi di studentesse avvelenate. La rabbia dei genitori contro la polizia – I video

Nel frattempo il regime continua a negare che ci siano state delle intossicazioni. E sorgono sospetti sulla morte di un 16enne

In Iran sono stati registrati centinaia di nuovi casi di avvelenamento, verificatisi – come nelle settimane precedenti – nelle scuole femminili, ma in alcuni casi anche maschili. L’esposizioni degli studenti e delle studentesse agli agenti velenosi è avvenuta in varie città del Paese: Teheran, Karaj, Saghez, Isfahan, Amol, Qom, Pardis e Divandareh. Sono oltre 5 mila le studentesse intossicate da febbraio 2023. In alcuni istituti ci sono stati scontri tra i genitori degli studenti e delle studentesse e le forze dell’ordine. Secondo quanto riporta Iran International, queste, in certi casi, si sono rifiutate di fare uscire gli alunni dalle scuole nonostante i pericoli per la salute. Nell’aria di alcuni istituti è stato rilevato monossido di carbonio, gas che può essere letale se l’esposizione si protrae troppo a lungo.


La risposta del governo

La testata persiana evidenzia inoltre come il 16enne di Teheran Karo Pashabadi sia morto poche ore dopo un avvelenamento scolastico, ma la notizia non sia stata diffusa in questo modo dai media iraniani, che hanno invece parlato di disfunzioni all’intestino e ai reni citandole come cause del decesso. Secondo gli attivisti, dietro gli avvelenamenti ci sarebbe il governo iraniano, con l’obiettivo intimidire gli studenti e ad indebolire le proteste antigovernative, iniziate a settembre dopo la morte di Mahsa Amini, 22enne deceduta mentre si trovava nelle mani della polizia proprio per non aver indossato il velo nella maniera considerata corretta dalle autorità iraniane. Il governo, per parola dei funzionari del ministero della Cultura e della Guida Islamica, continua a riferirsi agli avvelenamenti come «presunti» e a invitare i media a «non creare nuove ondate di preoccupazione».


Video di copertina: Iran International

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