Via libera all’abbattimento anche dell’orso Mj5, arrivano le trappole per Jj4 che ha ucciso Papi: «Sappiamo dove può essere» – Il video

Il presidente della provincia autonoma di Trento ha ottenuto parere positivo per l’abbattimento dell’orso che a marzo ha aggredito un escursionista a pochi chilometri da dove è stato ucciso il runner 26enne

Anche l’orso Mj5 sarà abbattuto assieme a Jj4, l’orsa considerata responsabile della morte di Andrea Papi, il runner 26enne ucciso dopo essere stato aggredito mentre rientrava da una corsa sul monte Peller lo scorso 5 aprile. Il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha spiegato di aver ricevuto il via libera dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, per l’abbattimento di Mj5, un esemplare di 18 anni che lo scorso 5 marzo ha aggredito un escursionista di 39 anni nei boschi della valle di Rabbi, a pochi chilometri dal luogo in cui è stato aggredito Papi un mese dopo. Su quell’aggressione, Fugatti ribadisce la responsabilità dell’orsa Jj4, che «si era resa già responsabile di un’aggressione sul monte Peller ed era stata oggetto di un’ordinanza per l’abbattimento, che avevo sottoscritto il 24 giugno 2020».


La caccia a Jj4

La caccia all’orsa Jj4 entra intanto nel vivo, con l’installazione di trappole sul monte Peller per poterla catturare. L’orsa di 17 anni ha un radiocollare che però non trasmette più dall’agosto 2022 e un un marchio identificativo sull’orecchio. Il dirigente del Dipartimento di protezione civile del Trentino, Raffaele De Col ha spiegato che «Sugli spostamenti non abbiamo certezze, ma su spostamenti spaziali sì, in quanto gli esemplari femmine sono più stanziali dei maschi». Sulle tracce dell’orsa sono impegnate diverse squadre del corpo forestale con circa 40 operatori coinvolti: «Gli orsi sono animali pericolosi, non hanno antagonisti in natura, sono autonomi e non amano l’uomo – ha spiegato De Col – Non vanno mai avvicinati e, anche se possono suscitare simpatia, la loro reazione può essere devastante. Le squadre specializzate operano in condizioni difficili per la propria incolumità e sono sempre armate di fucili. Chiediamo di prestare particolare attenzione».


La guerra tra il Trentino e il Tar

Gli ostacoli a quell’ordinanza di abbattimento sono stato diversi, ricorda Fugatti che ricorda come da quel 24 giugno 2020 «è iniziato un iter travagliato con gli organi di giustizia amministrativa che non ci ha permesso di dare seguito all’ordinanza. Lo diciamo con un sentimento di commozione e rabbia per quanto accaduto». Un percorso tortuoso passato dalla bocciatura dell’ordinanza da parte del Tar con parere collegiale il 31 luglio 2020: «Quindi revoco l’atto – ricorda Fugatti – e ne faccio un altro per la cattura, l’11 agosto del 2020. Iniziano però una serie di ricorsi che il Consiglio di Stato, con giudizio monocratico prima, e collegiale poi, sospende. Il tutto torna al Tar di Trento che recepisce la linea del Consiglio di Stato e boccia anche ordinanza di cattura. Noi quindi non potevamo procedere, avevamo le mani legate». Con il passare del tempo, la provincia di Trento avrebbe più volte segnalato la pericolosità di Jj4 all’aspra: «Nel luglio 2021 chiediamo una rivalutazione per la captivazione e nel novembre ci arriva una risposta negativa. Reiteriamo la richiesta nell’agosto del 2022, al quale ne segue una terza nell’ottobre de 2022, sempre con risposta negativa di Ispra».

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