Salvò un tredicenne da un incendio, 26enne ottiene il permesso di soggiorno: «Ora posso inseguire i miei sogni»

I fatti sono avvenuti lo scorso maggio ad Andorno Micca, nel Biellese

«Ora, con il permesso di soggiorno, mi considero legale. Ho finalmente i documenti che mi consentono di inseguire i miei sogni»: così ha esultato Salaheddine El Kharraz, di origini marocchine, alla vigilia del suo ventiseiesimo compleanno. Laureato in ingegneria elettrica, lavora come imbianchino. Il suo nome è divenuto famoso per gli abitanti di Andorno Micca, nel Biellese, dopo che lo scorso maggio ha salvato un ragazzino da un incendio. Adesso, racconta Repubblica Torino, ha ricevuto un riconoscimento ufficiale: un permesso di soggiorno per protezione speciale, della durata di due anni. Una dimostrazione di riconoscenza per il suo gesto affrontato «con grande coraggio e spirito di altruismo», ha spiegato il questore di Biella, Claudio Ciccimarra, durante la cerimonia dei 171 anni di fondazione della Polizia.


Il salvataggio

Il riferimento è a quanto accaduto la scorsa primavera: Salaheddine aveva appena finito di pregare, quando sentì un botto. Poi, le urla di una donna, che chiedeva aiuto: si era buttata dal balcone per sfuggire alle fiamme che divampavano nel suo appartamento (riportando contusioni non gravi). Ma suo figlio era rimasto in casa. Successivamente i carabinieri ricostruirono che ad appiccare l’incendio e a chiuderli nell’abitazione fu il compagno di lei, Federico Oddi. Sarebbe potuto succedere il peggio, se non fosse intervenuto Salaheddine: il ragazzo intervenne senza esitazioni e riuscì a portare il tredicenne fuori dalle stanze infuocate. Poi staccò la corrente e cercò eventuali bombole. A quel punto vide che c’era ancora l’uomo in casa e portò delle coperte bagnate. Un’operazione che però ha ancora degli strascichi sulla sua salute: «Ricordo ancora quegli attimi, avevo un tutore perché mi ero appena operato al ginocchio, feci degli sforzi per cui ancora sento dolore. Ripenso anche ai miei vestiti che bruciavano nella casa in cui ero ospite dai miei amici, coinvolta dall’incendio. E ancora soffro per la mancanza di respiro, era molto caldo lì dentro», ha raccontato mostrando l’inalatore portatile che ha sempre con sé. Ieri, 14 aprile, Oddi è stato condannato a 9 anni di carcere dal gip di Biella Valeria Rey per tentato omicidio e incendio doloso. Nello stesso giorno, Salaheddine ha riacceso la sua fiducia nel futuro: «Mi sono sposato cinque mesi fa ma ancora non abito insieme a mia moglie, ora mi sto appoggiando da un mio amico finché non troviamo una sistemazione. Adesso sogno un lavoro con contratto a tempo indeterminato e una casa dove vivere con lei».


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