Dl Cutro, le modifiche del governo: 8,8 milioni per i trasferimenti da Lampedusa e gestione dell’hotspot alla Croce rossa

La somma stanziata servirà a trasportare dall’isola ai porti della Sicilia meridionale almeno 400 migranti al giorno, per un totale di 2.800 a settimana

Si muove sul filo del compromesso la conversione in legge del decreto Cutro. Da un lato il Quirinale, che ha sollevato dei dubbi su una stretta eccessiva sull’accoglienza. Dall’altro la Lega, che invece spinge nella direzione securitaria dei decreti Salvini. Poi ci sono le opposizioni, che annunciano battaglia in Aula e, insieme, denunciano la scarsità dei tempi di discussione, visto che il decreto deve essere convertito in legge entro il 10 maggio. Al centro di queste tensioni, c’è Giorgia Meloni. La quale, intanto, incassa la bollinatura della Ragioneria su uno dei due maxi emendamenti proposti dal governo. Il secondo pacchetto di modifiche all’articolo 7, assicura il sottosegretario agli Interni Nicola Molteni, sarà «depositato a breve», ovvero quando sarà risolto un non precisato «problema tecnico». Mentre l’emendamento depositato riguarda l’articolo 5 del decreto e introduce novità sulla prima accoglienza. Particolare riguardo è destinato a Lampedusa. Fino al 31 dicembre 2025, stando a quanto scritto nell’emendamento, il ministero dell’Interno potrà avvalersi della Croce rossa italiana per la gestione dell’hotspot dell’isola, «al fine di assicurare adeguati livelli di accoglienza». Inoltre, alla struttura di Lampedusa saranno estese le deroghe previste dall’articolo 10 del decreto Cutro, ossia si potrà derogare al codice dei contratti pubblici bypassando di fatto i bandi di gara.


Non solo. L’emendamento bollinato prevede lo stanziamento di un massimo di 8.820.000 di euro per l’anno in corso, finalizzati a stipulare «uno o più contratti per l’affidamento del servizio di trasporto marittimo dei migranti ivi presenti». Dei vettori navali, dunque, oltre ai traghetti di linea già operanti, per il trasferimento da Lampedusa ad altri porti della Sicilia meridionale di almeno 400 migranti al giorno, per un totale di 2.800 a settimana. Un tentativo di allentare il sovraffollamento di Lampedusa. Nell’emendamento si punta anche a «disposizioni che mirano a ridurre l’impatto sulle strutture di accoglienza, razionalizzando e adeguando complessivamente il sistema». Ovvero, si «consente al ministero dell’Interno di trasferire gli stranieri ospitati» negli hotspot «in strutture analoghe, ai fini di un ottimale svolgimento delle attività di soccorso e prima assistenza e delle operazioni ivi previste». Prevista inoltre «la possibilità per i prefetti di individuare strutture di accoglienza provvisorie ove ospitare i richiedenti asilo in caso di provvisoria indisponibilità di un adeguato numero di posti nelle strutture esistenti. In tali centri, ove è prevista la permanenza del richiedente asilo per il tempo strettamente necessario, è prevista l’erogazione delle sole prestazioni concernenti il vitto, l’alloggio, il vestiario, l’assistenza sanitaria e la mediazione linguistico-culturale».


Insomma, i lavori sul decreto Cutro proseguono a singhiozzo. Si attende il secondo maxiemendamento, mentre il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Alberto Balboni ha fissato il termine di 24 ore per i subemendamenti alla modifica depositata oggi. Ovvero, domani 14 aprile, alle ore 15. Le opposizioni hanno annunciato che presenteranno decine di emendamenti, in una strategia di ostruzionismo che tenterà di far slittare l’approdo in Aula del testo, calendarizzato per martedì 18 aprile. Sembra ormai certo che, per ovviare al posticipo della discussione a Palazzo Madama, il provvedimento arriverà in Aula senza mandato al relatore, come già successo, sempre al Senato, per il decreto Ong. Il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, dichiara: «Le opposizioni non vogliono farci arrivare in Aula con il mandato al relatore e la settimana prossima andremo senza relatore e voteremo gli emendamenti in Aula». Sugli emendamenti leghisti, accantonati in attesa della definizione delle proposte di modifica governative, spiega: «L’accordo c’è ed è blindato. I nostri sono accantonati perché aspettiamo che arrivino quelli del governo così dove interviene il governo bene, dove invece non interviene potremmo mantenerli».

Leggi anche: