Tunisia, arrestato il leader dell’opposizione Rached Ghannouchi. Così il presidente Saïed completa la demolizione della democrazia

L’anziano leader di Ennahda prelevato a casa su ordine della procura antiterrorismo. Le accuse per un video con dichiarazioni contro il regime

Un nuovo macigno, che ha le sembianze di una pietra tombale, sulla democrazia in Tunisia. Le forze dell’ordine avrebbero arrestato questa sera Rached Ghannouchi, il leader del principale partito d’opposizione, la formazione d’ispirazione islamica Ennahda. Secondo quanto riferito dalla radio locale Mosaique Fm, Ghannouchi è stato prelevato a casa sua, che è stata anche perquisita, e condotto alla caserma di El Aouina a Tunisi su ordine della procura antiterrorismo. L’anziano leader sarà a seguire interrogato – secondo la versione ufficiale – sul contenuto di un video diffuso in rete mentre discuteva con alcuni membri del Fronte di Salvezza nazionale, principale coalizione di opposizione al presidente Kaïs Saïed, affermando che «la rimozione dell’islam politico è un progetto di guerra civile».


Chi è il leader tratto in arresto

Ghannouchi, 82 anni a giugno, è il leader che dopo la Rivoluzione dei Gelsomini del 2011 ha saputo guidare il partito – caso unico nel Nordafrica – a una sintesi delicata ma preziosa tra fedeltà ai precetti islamici e accettazione delle regole di una moderna democrazia. Ma da quando l’attuale presidente Saïed è salito al potere, vinte le elezioni a suffragio universale dell’ottobre 2019, la vita per i partiti a lui avversi – a cominciare da Ennahda – si è fatta sempre più dura. Dal luglio del 2021 la sua presidenza ha preso una direzione sempre più chiaramente autoritaria, con l’esautorazione del primo ministro e la “sospensione” dei lavori del Parlamento, culminante nella promulgazione, mesi dopo, di una riforma costituzionale ultra-accentratrice. Ora l’attacco ai partiti d’opposizione, tollerati ma di fatti spinti ai margini di ogni funzione politica, colpisce al cuore e alla testa di quello principale, e più discusso, restringendo definitivamente gli spazi di democrazia nel Paese da cui 12 anni scoccò la scintilla delle Primavere Arabe. La mossa ordinata dai giudici arriva, oltretutto, in un momento difficilissimo per la Tunisia, alle prese con una delicata negoziazione col Fondo monetario internazionale per assicurarsi una tranche di aiuti essenziale per tenere in vita l’economia del Paese, allo stremo, da cui fuggono a decine ogni giorno i cittadini con imbarcazioni di fortuna.


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