«L’anoressia può “trasmettersi” dai genitori ai figli»: la rivelazione dello studio danese che ipotizza una cura

A causare il disturbo alimentare sembra essere una differente fauna intestinale

L’anoressia potrebbe trasmettersi dai genitori ai figli. O meglio, di madre in figlia, dato che il 95% di chi ne soffre è di sesso femminile. Questa è una delle conclusioni di uno studio dell’Università di Copenaghen, pubblicato ieri su Nature, secondo il quale a causare il disturbo del comportamento alimentare non è solo la psiche, ma una diversa composizione del microbiota intestinale di chi ne soffre. Ovvero l’insieme delle colonie di microbi e batteri che vivono nell’intestino degli esseri umani e aiutano a regolare i processi digestivi. I ricercatori hanno esaminato la fauna intestinale di 77 giovani danesi che soffrono di anoressia nervosa e l’hanno comparato a quello di 70 donne sane. Quelle che soffrivano di anoressia avevano un microbiota intestinale più propenso a rilasciare le molecole che generano sazietà rispetto alle altre. Inoltre – secondo le rilevazioni degli scienziati – i batteri e i microbi nell’intestino di coloro che soffrono di anoressia, hanno una maggiore capacità di influenzare l’umore e interagiscono meno tra di loro.


Una possibile cura?

L’ipotesi non è nuova. Nel senso che – come riporta Il Messaggero – è da 4 o 5 anni che si è notata la differenza nel microbiota tra persone sane e anoressiche. Tuttavia, commenta il professor Antonio Gasbarrini, presidente della facoltà di Medicina e Chirurgia della Cattolica di Roma, non era stato dimostrato se la differenza fosse causa o conseguenza dell’anoressia. Dubbio sciolto dai ricercatori danesi trapiantando il microbiota “malato” nell’intestino di topi sani, che in breve tempo hanno iniziato ad avere meno fame, faticando a prendere peso e mostrando disturbi comportamentali. Ipotesi che porta alla tesi della trasmissibilità. La conferma – suggerisce Gasbarrini – si potrebbe avere con l’operazione contraria: trapiantare una fauna batterica sana nell’intestino di chi soffre di anoressia e vedere se la condizione migliora o guarisce del tutto.


L’anoressia nervosa in Italia

Un fenomeno – l’anoressia nervosa – che in Italia tocca 3 milioni di persone. Al 96% donne, ma con una quota di uomini in crescita, fa notare Laura Di Renzo, direttore della scuola di specializzazione in Scienza dell’alimentazione dell’Università Tor Vergata. L’età media della diagnosi è 17 anni, i nuovi casi sono 102 all’anno mentre il 6% di chi ne soffre non ce la fa. Non solo, perché il 35,6% di chi soffre di anoressia nervosa tenta il suicidio; il 9,5% ha attacchi di panico; e il 4,6% mostra comportamenti autolesionisti. Il 35% dei pazienti, però, non ha sintomi espliciti. Una condizione da cui è difficile uscire e che spesso non è semplice diagnosticare, dato che chi ne soffre tende a nasconderla ad amici e familiari che spesso non notano nulla, precisa ancora Di Rienzo. Che rimarca: «Per arrivare alla guarigione il risultato dipende dalla volontà del paziente di intraprendere un percorso di cura e quindi dalla partecipazione alle scelte. Ma non bisogna perdere tempo: ai primi campanelli di allarme, è bene rivolgersi ai centri specialistici».

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