Deragliamento treno, ancora disagi nelle stazioni: riapre la tratta Firenze-Bologna, ma restano altissimi i costi dei (pochi) biglietti disponibili

Prezzo superiore ai 100 euro per raggiungere Milano da Roma, in un viaggio che dura quasi sette ore lungo la tratta tirennica

«Oggi non si parte». Il call center di Trenitalia non ha una soluzione per chi ha già acquistato un biglietto. Non c’è possibilità di modificare il viaggio né al telefono né online se la tariffa non lo consente, e comunque nessun operatore sa se i treni, persino quelli a fine giornata, partiranno. C’è di più: nonostante il disagio non sia imputabile ai clienti, le compagnie di trasporto non hanno pensato di sospendere il pagamento – elevatissimo – per le chiamate al centro assistenza: le tariffe viaggiano oltre l’euro al minuto. Anche Italo, dall’altro lato del telefono, invita a non mettersi in viaggio: a metà mattinata, la concorrente di Trenitalia blocca tutte le vendite online di biglietti per la tratta Roma-Milano. Il 20 aprile l’Italia si scopre bloccata. Le decine di migliaia di persone che percorrono ogni giorno l’asse Centro-Nord, allora, si riversano sui siti delle compagnie aeree. Nel giro di un’ora, i prezzi dei voli schizzano fino a toccare i mille euro. Chi ha un’emergenza e deve spostarsi non ha alternative. Chi ha meditato prima di svuotarsi il portafoglio, ha perso l’ultima chance: quasi tutti gli aerei sono pieni, vendite bloccate da Roma verso Milano, Torino e gli altri scali settentrionali. Anche i prezzi di Flixbus sono inavvicinabili. Tutto questo perché, nella notte, un carro di un treno merci è uscito dai binari tra le stazioni di Sesto Fiorentino e Firenze Castello. Un solo vagone ha fermato la mobilità di un intero Paese: l’Italia, ancora una volta, si arrende alla fragilità delle sue infrastrutture.


Aerei in overbooking, traffico stradale congestionato, autobus insufficienti a tamponare lo stop ferroviario. Ma c’è dell’altro: alcuni operatori telefonici delle compagnie dei treni suggeriscono di recarsi in stazione e provare a modificare il proprio biglietto o acquistarne un altro direttamente in loco. Quello che succede a Termini, a Santa Maria Novella, a Milano Centrale e negli altri grossi snodi ferroviari è prevedibile: passeggeri ammassati alle vetrine dei punti vendita, la voce grossa contro gli assistenti di viaggio, persone sdraiate a terra in attesa che qualcosa cambi, che il guasto sulla linea venga risolto o che le società di trasporti pensino a percorsi alternativi per permettere gli spostamenti. Il ministero dei Trasporti si dà come obiettivo «il ripristino della circolazione entro il primo pomeriggio». Ma al momento, l’unica avvisaglia di cambiamento che arriva è sonora: gli altoparlanti delle stazioni aggiungono codici di treni alla lista dei convogli soppressi. Le cancellazioni riguardano anche treni la cui partenza è prevista in serata: certo non un buon segno di ripresa.


Il caos negli scali ferroviari rischia di deflagrare. Al punto che a Roma Termini sono stati rafforzati i controlli per limitare il fenomeno dei borseggi. La Protezione civile è in stato di preallarme a Firenze. Nel capoluogo toscano, la polizia municipale è schierata lungo le strade per un’attività informativa nei confronti degli automobilisti: alcune arterie devono essere liberate per consentire ai mezzi pesanti di lavorare al ripristino dei binari nel tratto interessato dall’incidente. Il sito di informazioni riguardo la mobilità sulla rete ferroviaria presenta alcuni errori. In alcuni momenti è diventato irraggiungibile. I turisti fanno fatica ad avere informazioni in lingua straniera, mentre a Bologna si cerca una soluzione per trasferire i tifosi polacchi del Lech Poznan: erano diretti allo stadio Artemio Franchi per assistere alla partita con la Fiorentina, alle 18.45. I disagi si sono diffusi su tutta la rete ferroviaria, con diverse cancellazioni riguardanti anche i treni da e per il Sud Italia. Sui tabelloni della stazione di Torino, continuano a comparire gli annunci di cancellazione dei convogli.

La riapertura della tratta dell’alta velocità Firenze-Bologna

Verso mezzogiorno, una nota di Trenitalia annuncia la ripresa della circolazione ferroviaria sulla linea dell’alta velocità tra Firenze e Bologna, mentre resta interrotta la linea convenzionale tra le due città dedicata al transito di treni regionali, Intercity e treni merci. Sui tabelloni luminosi nelle stazioni, continuano a fioccare le scritte «cancellazione» e i ritardi accumulati che arrivano ai 300 minuti. Tramite sms, Trenitalia spiega come procedere alle richieste di rimborso nel caso di rinuncia al viaggio. Al termine della procedura, i passeggeri riceveranno conferma della presa in carico della pratica, che può impiegare fino a 30 giorni per essere espletata e, «in casi eccezionali», fino a tre mesi. Il sito per presentare richiesta di rimborso non sembra subire rallentamenti. Chi ce l’ha fatta a partire intorno all’alba, racconta di aver impiegato nove ore per coprire la tratta Milano-Roma, con cambi lungo il percorso per aggirare lo snodo fiorentino. Diversi passeggeri hanno optato per la direttrice tirennica, facendo un pit-stop a Genova. I treni Frecciabianca che portano dalla Capitale a Milano lungo la tratta tirrenica sono arrivati a costare oltre i 100 euro, nonostante impieghino quasi sette ore per collegare le due città.

Rixi: «La stazione di Firenze è un collo di bottiglia per la rete nazionale»

«Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, alle 5:30, era già operativo tramite Merci Italia – sebbene il carro deragliato non appartenga alla società di Fs – per dirottare il traffico merci e passeggeri su altre linee e aiutare l’azienda che ha avuto l’incidente, attivando tutti gli strumenti a disposizione per rimuoverlo». Così, in un comunicato, il viceministro della Lega Edoardo Rixi. «Non solo, ci siamo anche attivati presso Ita Airways per aumentare il numero dei voli tra Milano e Roma, coordinandoci con Trenitalia per minimizzare i disagi agli utenti. Purtroppo, come più volte sottolineato dal ministro Salvini, ci sono alcuni colli di bottiglia sulla rete ad alta velocità e commistioni che rischiano di compromettere la resilienza del sistema ferroviario nazionale, a causa dei mancati interventi dei precedenti governi che non hanno mai attuato una politica di ridondanza della rete. Cosa che finalmente sta facendo oggi il ministero con l’attuale gestione».

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