Jj4, il veterinario che l’ha catturata contro l’abbattimento: «È anziana ma sana, non va uccisa»

Secondo Roberto Guadagnini, l’orsa può essere trasferita: «Saprebbe adattarsi al nuovo ambiente e potrebbe riprendere una vita normale»

«Era notte, Jj4 è entrata con due dei suoi tre cuccioli. Il tubo si è chiuso, da un buco abbiamo sparato un dardo per inocularle l’anestetico, un po’ come una cerbottana. Lei si è addormentata, abbiamo riaperto il tubo per far uscire i due cuccioli che se ne sono andati. Poi ossigeno, flebo e giù al Casteller». Roberto Guadagnini è un veterinario, una delle persone incaricate di occuparsi della cattura di Jj4, l’orsa del Trentino responsabile della morte del runner Andrea Papi. L’orsa è caduta nella trappola-tubo e i suoi cuccioli sono stati liberati. In attesa di sciogliere il nodo sul suo destino, l’Ordine dei veterinari del Trentino ha invitato tutti i colleghi a «non assumere alcuna iniziativa che possa provocare la morte del soggetto per eutanasia». E al Corriere della Sera Guadagnini si dice d’accordo: «Non si può praticare l’eutanasia perché si tratta di un’orsa in salute mentre l’eutanasia si fa quando l’orso è in sofferenza o ferito, incapace di alimentarsi, di vivere. E se non si può praticare il metodo meno cruento a maggior ragione non si dovrebbe usare un sistema diverso, come il colpo di fucile». Ora jj4 è al Casteller di Trento: «È anziana ma si alimenta ed è in salute, fra un po’ inizierò a farle gli esami previsti dal protocollo», assicura.


Le soluzioni alternative

Secondo il medico, l’aggressività dell’esemplare può avere varie ragioni, ma soprattutto varie soluzioni. «Una cosa è certa: Jj4 non potrà più essere reimmessa in natura. O vivrà in un contesto controllato o verrà abbattuta», spiega Guadagnini, che apre al trasferimento: «Perché no? Saprebbe adattarsi al nuovo ambiente e potrebbe riprendere una vita normale». Ma non all’estero: «La vedo dura, ci vogliono territori molto estesi e occhio a non andare sotto quella soglia minima per cui la popolazione collassa e si estingue». Secondo il veterinario infatti non è vero che ci sono troppi orsi nell’area, il piano prevedeva un ripopolamento di minimo 40-60 esemplari: «Il problema principale sono gli attraversamenti. L’Adige e l’autostrada tagliano verticalmente il Trentino in due e sono barriere insuperabili. Ci vorrebbe un ponte per farli passare. Ora potremmo traslocare le femmine, che sono più stanziali. Se ne portassimo due in Veneto, due in Lombardia, due in Piemonte e due in Friuli, poi i maschi troverebbero il modo di arrivare».


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