Pillola anticoncezionale gratis, ora tocca al Cda di Aifa: cosa potrebbe ostacolare il via libera definitivo

Il consiglio di amministrazione potrebbe sollevare obiezioni sulla valutazione fatta rispetto alla sostenibilità economica e richiedere un supplemento di istruttoria

Pochi giorni fa, il Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco ha espresso parere favorevole nei confronti di una decisione storica: rendere la contraccezione orale gratuita per tutte le donne, senza distinzione di età. E senza restringere l’opportunità a chi abita nelle Regioni che sotto amministrazioni di centro-sinistra hanno scelto autonomamente di farsi carico del rimborso della pillola (Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Lazio e Piemonte). La notizia, però, non è stata accolta con entusiasmo da tutti. A tremare, di rabbia o preoccupazione, sono soprattutto i gruppi pro-life sulla natalità. Come Massimo Gandolfini, del Family Day, secondo cui l’iter della pillola «va nella direzione opposta rispetto al problema della denatalità». Fa eco Maria Rachele Ruiu, di Pro Vita & Famiglia, secondo cui «non c’è nulla di più pericoloso per la salute delle donne che banalizzare temi che impattano sulla loro pelle». Fa diversi esempi, buttandoli tutti nello stesso calderone: «Aborto, contraccezione, gender e prostituzione».


La decisione finale

Mentre sulla questione si gioca una battaglia tutta politica, si attende la prossima riunione del Cda dell’Aifa. La prima in arrivo è fissata per il 27 aprile, ma il Manifesto ricorda che verosimilmente i tempi tecnici la faranno slittare all’ordine del giorno di quella di maggio. Il via libera del Consiglio di amministrazione dell’Aifa è l’ultimo step necessario per attivare la gratuità del farmaco. Sebbene l’organo non avrebbe motivo di opporsi, considerato che la sostenibilità economica, l’efficacia e la sicurezza sono già state accertate – con il benestare della commissione tecnico-scientifica), non è scontato il via libera definitivo. Il consiglio infatti, oggi presieduto dal virologo gradito alla Lega Giorgio Palù, non è formalmente tenuto a rispettare gli input che arrivano dagli organi tecnici. I suoi poteri, inoltre, sono aumentati dopo la decisione del governo risalente agli scorsi mesi di cancellare la figura del direttore generale e unificare le due commissioni consultive. «Il Cda potrebbe non essere d’accordo con la valutazione fatta sulla sostenibilità economica e richiedere un supplemento di istruttoria. In questo caso, la pratica tornerebbe sul tavolo del Comitato Prezzi e Rimborso. E potrebbe iniziare un negoziato con le numerose società farmaceutiche produttrici della pillola sulla quota a carico del servizio pubblico, con un notevole allungamento dei tempi», ha spiegato al Manifesto Valeria Viola, esperta di diritto regolatorio in campo farmaceutico. Non sarebbe, aggiunge, la prima volta: «È già capitato che il consiglio respingesse al mittente i pareri delle commissioni».


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