Antonio Padellaro contro La Russa sul 25 aprile: «È un grande provocatore, lo fa per distrarre l’attenzione dal resto»

L’intervento del giornalista del Fatto quotidiano a Piazzapulita: «La Russa ogni tanto tira fuori cavolate per far inciampare la sinistra»

Il 25 aprile è passato, le polemiche che porta con sé ancora no. Nei giorni scorsi, le opposizioni hanno puntato il dito contro i partiti di maggioranza del governo Meloni, accusati di mantenere un atteggiamento ambiguo nei confronti del fascismo. «Quando Giorgia Meloni frequentava il Fronte della gioventù e la sezione dell’Msi alla Garbatella, il 25 aprile era un giorno di lutto», aggiunge oggi Antonio Padellaro, giornalista del Fatto Quotidiano, intervenendo a Piazzapulita. Secondo Padellaro, non bisognerebbe sorprendersi della difficoltà con cui oggi la premier e altri esponenti di Fratelli d’Italia prendono le distanze dal fascismo. Piuttosto, è meglio provare a capirne le ragioni. «L’antifascismo, per come lo intende ancora Meloni, è una conventio ad excludendum. Loro erano messi al margine dall’antifascismo, quindi come possono ora baciare la mano di chi li ha esclusi?», si chiede il predecessore di Marco Travaglio alla direzione del Fatto. Secondo Padellaro, è proprio nelle radici politiche di Meloni che sta il problema. «Il 4% con cui nasce Fratelli d’Italia è quella roba lì. E lei deve rendere conto anche a quel mondo», ribadisce il giornalista. E a proposito di polemiche sul 25 aprile, il discorso si sposta subito sul presidente del Senato Ignazio La Russa, finito più volte sotto i riflettori per alcune sue posizioni ambigue sul fascismo. «La Russa è un grande provocatore, nel senso politico del termine – spiega Padellaro su La7 -. Ogni tanto tira fuori i busti di Mussolini e le cavolate sull’antifascismo che non c’è nella Costituzione per mettere delle pietre d’inciampo nel centrosinistra. Sa bene che la sinistra cade in queste provocazioni, e in un certo senso fa bene a caderci. Ma così facendo distrae l’attenzione da tutto il resto». Secondo il giornalista del Fatto, è giusto che le opposizioni incalzino il governo sul tema dell’antifascismo. Così facendo, però, rischiano paradossalmente di fargli un favore. «Mentre noi discutiamo da giorni facendo le analisi del sangue al centrodestra di Giorgia Meloni, loro vanno avanti con le loro politiche sociali. La polemica su fascismo e antifascismo fa il loro gioco».


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