L’ira dell’Anpi su La Russa: «Assolve il fascismo e delegittima la Resistenza. A Via Rasella cruciale azione di guerra partigiana»

La replica dell’associazione dei partigiani dopo la ricostruzione del presidente del Senato dell’attacco che provocò la rappresaglia delle Fosse Ardeatine

«Parole semplicemente indegne», così l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) commenta le ultime dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa sull’attentato di via Rasella. «Per l’alta carica che ricopre rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza», continua l’Anpi. Poche ore fa La Russa aveva raccontato l’attentato a cui i nazisti risposero con l’eccidio delle Fosse Ardeatine come «l’uccisione da parte dei partigiani di una banda musicale di semi-pensionati e non di nazisti delle SS». A rispondere ora è il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo: «Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti stava completando l’addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne», spiega. «Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani». Un chiarimento storico che smentisce in modo categorico la versione data dal presidente del Senato. «L’attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani, fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea», continua l’Anpi. «Dopo la presidente del Consiglio, anche il presidente del Senato fa finta di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane».


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