Giorgetti, sulla terza rata del Pnrr: «Questione di ore. Ma prendiamo solo i prestiti che ci convengono»

Il parere della Commissione europea sulla terza rata del Pnrr è atteso nelle prossime ore. Gentiloni: «È stato fatto un lavoro molto positivo»

«È questione di ore» prima che l’Unione Europea si esprima sul pagamento della terza rata del Pnrr all’Italia. Alla vigilia della decisione di Bruxelles, attesa al massimo entro domani, Giancarlo Giorgetti si trova a Stoccolma per l’Ecofin, il vertice dei ministri Ue dell’Economia e delle Finanze. A margine della riunione, il ministro leghista commenta proprio gli ultimi sviluppi del dibattito sui fondi europei: «I prestiti del Pnrr costano l’1-1,5%, quindi conviene prendere quelli lì. Quelli del Piano nazionale complementare quanto costano? Il 5%. Quindi li prendiamo? Non lo so, vediamo. Da buon padre di famiglia e da ministro delle Finanze ci penso due volte». Presente a Stoccolma anche il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, che sulla scadenza della terza rata del Pnrr – da 19 miliardi di euro – commenta: «Le autorità italiane e i nostri servizi stanno lavorando in modo molto positivo».


La riforma del Patto di stabilità

Il Pnrr non è il tema più urgente sul tavolo dell’Ecofin. L’argomento che più agita i ministri dell’Economia è senz’altro la proposta della Comissione europea sulla riforma del Patto di stabilità, annunciata nei giorni scorsi proprio da Gentiloni e da Valdis Dombrovskis. Su questo dossier, anche l’Italia ha presentato una sua controproposta, attraverso cui chiede «di considerare le spese di investimento, in particolare quelle eleggibili ai fini del Pnnr, e le spese per la difesa, ad esempio quelle relative all’Ucraina, in modo diverso rispetto alle altre», ha spiegato Giorgetti al termine della riunione. «Non si può mettere un Paese di fronte alla prospettiva di scegliere se aiutare l’Ucraina o rompere le regole del Patto di stabilità, mi sembra una cosa assurda», ha aggiunto il ministro leghista.


Le resistenze sul Mes

Infine, il dibattito sul Meccanismo europeo di stabilità, con l’Italia che è rimasto l’unico Paese Ue a non averlo ancora ratificato. «Il Mes è una parte, non la sola, rispetto a diverse situazioni che sono ancora in discussione su cui anche noi abbiamo le nostre richieste, ad esempio l’Unione bancaria», taglia corto Giorgetti. Rispetto alla posizione di chi chiede che prima l’Italia faccia la ratifica e poi si proceda a trattare su altro, il ministro leghista risponde: «Noi abbiamo un’altra posizione: bisogna cominciare a discutere di tutto».

Credits foto: ANSA/Matteo Bazzi

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