Omicidio Alice Neri, il giallo si complica: trovate tracce di Dna di un uomo sul reggiseno. Non sarebbero del principale sospettato

Si aggiungono nuovi elementi nell’inchiesta sull’omicidio della 32enne trovata morta carbonizzata nel baule della sua auto

Nuovi dettagli si aggiungono al giallo della morte di Alice Neri, la 32enne di Ravanrino, nel Modense, trovata morta carbonizzata nel baule della sua auto, in una zona isolata di Fossa di Concordia sulla Secchia. Come riporta il Quotidiano Nazionale, sulla spallina del reggiseno della donna sono state trovate tracce di Dna maschile che non apparterrebbero a Maohamed Gaaloui, il principale sospettato per l’omicidio. Dai sopralluoghi sulla scena del crimine, è emerso un Dna definito misto, in cui sono tracce appartenenti alla vittima e di un uomo al momento senza identità. Dna rilevato sul reggiseno della vittima che è stato trovato a circa 10 centimetri dall’auto poi data alle fiamme. Dal terzo incidente probatorio erano emersi solo ieri 28 aprile altri nuovi elementi. I periti assunti dal marito della vittima, Nicholas Negrini, hanno consegnato agli inquirenti due mozziconi di sigaretta, un fazzoletto recuperato sotto un pneumatico dell’auto incendiata che conterrebbe altre tracce di Dna e la maniglia dell’auto ritrovata poco distante dal mezzo. Negrini ha poi consegnato gli anelli che Alice Neri aveva indossato l’ultima notte in vita che la donna gli aveva riconsegnato e alcuni capelli presi da una spazzola che usava la vittima. Secondo gli inquirenti, già gli elementi raccolti finora porterebbero al principale sospettato, Gaaloui. Di contro la difesa con l’avvocato Roberto Ghini insiste perché le indagini valutino altre piste, con la possibile presenza di altri soggetti al momento del delitto.


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