Dl Lavoro, i sindacati confermano la mobilitazione contro il governo. Landini: «Non riconosce il nostro ruolo»

A Palazzo Chigi, anche una giovane lavoratrice del settore del trasporto aereo: «Ho parlato delle problematiche dei precari, ma non ho ricevuto risposte»

Dura oltre due ore l’incontro a Palazzo Chigi tra governo e sindacati. Al centro del confronto tra Giorgia Meloni, Marina Elvira Calderone e i segretari delle sigle convocate, le norme contenute nel decreto Lavoro, che sarà varato domani, primo maggio. Al termine, i leader sindacali lanciano felbili segnali di distensione. Non si può dire che siano soddisfatti delle azioni del governo. «Restano totalmente tutte in campo le iniziative e le ragioni che ci hanno portato a indire le giornate di mobilitazione il 6 a Bologna, il 13 a Milano e il 20 a Napoli», dichiara Maurizio Landini. Il numero uno della Cgil ritiene che ci sia «bisogno di un cambiamento vero della politica di questo governo, a partire da una vera riforma fiscale e da un intervento su salute e sicurezza sul lavoro». Landini critica il metodo con cui l’esecutivo sta affrontando la questione del lavoro: «Oggi non c’è stato consegnato alcun testo. Non conosciamo i provvedimenti nel dettaglio, come è noto contano anche le virgole. L’unica cosa che ci hanno detto riguarda il taglio di quattro punti del cuneo, che è temporaneo. Questo non è un metodo accettabile, vuole dire non riconoscere ai sindacati il ruolo che possono svolgere». Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, sospende il giudizio sul decreto: «Aspettiamo di conoscere i testi ufficiali. Sono materie importanti e delicate, anche una virgola rischia di cambiare la natura di una misura e di un provvedimento». I suoi toni sono più concilianti rispetto a quelli usati dai suoi colleghi: «Considero veramente utile questo incontro se veramente riuscirà a determinare un nuovo cammino di dialogo sociale, di confronto e di condivisione». E sulle polemiche riguardanti la convocazione del Cdm il primo maggio: «Se fate cose buone per le persone convocateci anche a Natale, a Pasqua e a Ferragosto». Il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, lasciando Palazzo Chigi dichiara: «Non è una bocciatura netta, ci sono le risorse per il cuneo fiscale ma siamo preoccupati perché questo è previsto fino a dicembre. Ma è una notizia positiva. Le altre non lo sono perché non abbiamo avuto risposte sul rinnovo dei contratti, sul precariato, sulle pensioni, sulla sicurezza sul lavoro e sul Reddito di cittadinanza. Aspettiamo di vedere e di capire perché non è facile fare una discussione su temi così delicati quando ti viene raccontato in cinque minuti un decreto: abbiamo bisogno di un testo scritto». Bombardieri ribadisce che «oltre al cuneo fiscale, sul resto siamo molto distanti». Il segretario della Uil dice anche che «questo decreto lavoro, secondo noi, aumenta la precarietà». A tal proposito, nel palazzo della presidenza del Consiglio lo ha accompagnato una giovane precaria del settore del trasporto aereo. Manuela Pellegrini, iscritta alla Uil, è delusa dal confronto: «Ho parlato delle problematiche dei precari, ma non ho ricevuto risposte».


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