Dl Lavoro, Meloni incontra i sindacati e difende la riforma sul Reddito di cittadinanza: «Necessario distinguere chi può lavorare e chi no»

A poche ore dall’esame in Consiglio dei ministri del decreto, la presidente del Consiglio convoca i rappresentanti dei lavoratori a Palazzo Chigi

La riunione a Palazzo Chigi tra governo e sindacati, iniziata poco dopo le 19 di domenica 30 aprile, serve ad affrontare i punti contenuti nel decreto Lavoro, al vaglio del Consiglio dei ministri di domani. Molti passaggi dell’intervento di Giorgia Meloni, quasi in contemporanea, vengono diffusi sulle agenzie stampa. La leader di Fratelli d’Italia, dopo le tensioni con i rappresentanti dei lavoratori, prova a elogiare il loro ruolo: «Non è un appuntamento una tantum, ma un ulteriore segnale del fatto che il governo ritiene il confronto con le parti sociali molto importante, in un momento particolare in cui abbiamo tante sfide da affrontare per la nostra Nazione». Difende la scelta di convocare il Consiglio dei ministri proprio il primo maggio, poiché in quest’occasione l’esecutivo «prenderà provvedimenti utili per il mondo del lavoro, in un giorno simbolico e sui quali riteniamo utile un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali». La presidente del Consiglio, poi, passa in rassegna le misure contenute nel testo. «Arriviamo al 6% del taglio sotto i 35 mila euro e al 7% sotto i 25 mila euro, fino alla fine dell’anno». Ancora, sul Reddito di cittadinanza: «Procediamo alla riforma per distinguere chi è in grado di lavorare da chi non lo è».


In un esercizio di sintesi, Meloni inserisce tra le priorità del governo l’alleggerimento della pressione fiscale sul costo del lavoro: «Abbiamo approvato il Def, che ha liberato risorse che abbiamo dedicato completamente a taglio del cuneo fiscale. Avevamo già dato un segnale con la legge di bilancio, mantenendo i due punti di taglio già decisi dal precedente governo per i salari sotto i 35 mila euro e aggiungendo un ulteriore punto». Il capo dell’esecutivo ribadisce ai sindacalisti presenti che l’incontro odierno «non è esaustivo rispetto al nostro dialogo», anche perché il decreto Lavoro seguirà un iter «abbastanza lungo». Quindi, «serve un dialogo serio, costruttivo, sia sul lavoro sia su tutte le materie che affronteremo: Pnrr, RepowerEU, correzioni su come spendere le risorse, politica salariale e conseguente lotta all’inflazione, riforme, che affronteremo nelle prossime settimane». Si attendono le reazioni dei segretari dei sindacati invitati alla riunione, alla quale partecipa anche la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone. Non aiuta l’ultima uscita dello staff di Matteo Salvini. In una nota attribuita alla Lega, si legge: «Tutto quello che non piace alla Cgil, ovvero il taglio delle tasse, il Ponte sullo Stretto, il nuovo Codice degli Appalti ed un governo che lavora, piace agli Italiani. Maurizio Landini ed Elly Schlein, dalle fabbriche a Vogue…».


Leggi anche: