1° maggio, è ancora scontro tra sindacati e Meloni. Landini: «È la festa del lavoro, non del governo»

Dal segretario della Cgil che definisce sbagliate le attuali politiche economiche e sociali alle pagelle dei sindacati per il Dl lavoro

Continua lo scontro tra Maurizio Landini e il governo. Dopo aver rivendicato nuovamente il valore del primo maggio, a seguito della polemica nata contro Giorgia Meloni perché la premier aveva convocato i sindacati al Consiglio dei ministri il giorno della festa dei lavoratori, torna sul tema durante la manifestazione a Potenza. «Il governo sta mettendo delle toppe, ma serve una strategia. Non si può andare avanti a colpi di propaganda. Oggi è il momento di rilanciare con forza la mobilitazione. Le ragioni ci sono tutte e rimangono. Bisogna cambiare le politiche economiche e sociali che sono sbagliate», dice con fermezza il segretario generale della Cgil. «Su 365 giorni dell’anno, il governo doveva convocare il Consiglio dei ministri proprio oggi? Oggi è la festa del lavoro, non è la festa del governo. Il governo deve pensare al lavoro tutti i giorni dell’anno, non solo il primo maggio», ha ribadito. Su questo Meloni ha risposto nelle scorse ore dichiarando che il 1° maggio «non è una festa solo di sinistra» e che «il governo sta dando risposte ai lavoratori con il il decreto».


Bombardieri (Uil): «Dare salari dignitosi e risposte ai giovani»

Presente alla mobilitazione di Potenza anche il segretario generale della Uil. «Siamo qui per ricordare che la Costituzione all’articolo 1 dice che ‘l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. Lavoro che deve essere stabile e dignitoso», dichiara Pierpaolo Bombardieri. «Bisogna superare la precarietà, garantire la sicurezza, dare salari dignitosi e risposte ai giovani. Non basta un decreto per risolvere questi grandi temi. Il resto è metaverso».


Le pagelle della Cisl al Dl lavoro

Sul Dl lavoro si esprime anche il segretario generale della Cisl. «Il nostro giudizio è di parziale apprezzamento. Ma questioni importanti come le politiche del lavoro e il contrasto della povertà non si affrontano come è stato fatto», dice Luigi Sbarra in un’intervista di Adriana Logroscino al Corriere della Sera. «È un problema, grave, di metodo. Non buttiamola in rissa, in gioco ci sono questioni troppo importanti», aggiunge. Per quanto riguarda l’incontro di ieri sera con il governo riferisce che si sta avviando un dialogo strutturato. E dà i suoi voti: «Positivo il giudizio sul taglio del cuneo fiscale. Un segnale importante anche se insufficiente, sul taglio al reddito di cittadinanza il Paese non può rinunciare a una misura universale di contrasto alla povertà che sostiene le famiglie in tutti i Paesi europei e non del tutto negativo il giudizio sulla semplificazione dei contratti a termine».

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