Elezioni europee, Calenda contro il voto ai 16enni: «Meglio corsi obbligatori sull’Ue»

Per il leader di Azione «il dramma è che i giovani non ci vanno proprio a votare»

Manca circa un anno alle prossime elezioni europee, previste nella primavera del 2024, ma nell’Unione europea si torna a parlare dell’estensione del suffragio ai più giovani. E tra chi non è d’accordo all’ipotesi di far votare i sedicenni per scegliere i membri dell’unica istituzione dell’Unione eletta direttamente dal popolo, ovvero il Parlamento europeo, c’è Carlo Calenda. Secondo il leader di Azione, infatti, prima di abbassare la soglia degli aventi diritto in Ue, è necessario «fare corsi obbligatori di educazione istituzionale, non civica, su come funziona l’Europa in modo che chi arriva a 18 anni abbia la maturità e la competenza per poter scegliere con consapevolezza», ha spiegato Calenda durante il forum Ansa dedicato al futuro dell’Europa, organizzato in collaborazione con la rappresentanza in Italia dell’Europarlamento. «Ora il dramma è che i giovani non ci vanno proprio a votare – ha aggiunto -. E succede un po’ perché sono disgustati, un po’ perché a scuola non si insegna tantissimo l’educazione istituzionale o si pensa che è una roba sporca, tanto non cambia niente. Io credo che non è diminuendo l’età che si risolve il problema», ha concluso.


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