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L’operazione Eureka è «la più grande mai realizzata contro la ‘ndrangheta in Europa»: 150 perquisizioni in otto Paesi, 30 arresti in Germania

03 Maggio 2023 - 14:10 Redazione
Oltre ai 108 arresti effettuati in Italia e a quelli in Germania, altri 13 sono avvenuti in Belgio

Non solo Italia: l’operazione europea ‘Eureka’ contro la ‘ndrangheta ha portato questa mattina a circa 150 perquisizioni in otto Paesi europei. Dopo la notizia dei 108 arresti eseguiti nella mattina di oggi, 3 maggio, tra Reggio Calabria, Milano e Genova, i portavoce della procura federale belga hanno spiegato che ci sono state perquisizioni, oltre che in Belgio, in «Spagna, Portogallo, Francia, Romania e Slovenia»: «Più di mille poliziotti sono stati coinvolti nelle perquisizioni questa mattina in Germania», oltre ai tremila coinvolti in Italia. «Si tratta senza dubbio della più grande operazione mai realizzata contro la mafia calabrese in Europa», hanno aggiunto.

30 arresti in Germania, 13 in Belgio

Nello specifico, in Germania le perquisizioni hanno riguardato quattro Laender tedeschi (il Nordreno-Vestfalia, la Renania-Palatinato, la Baviera e il Saarland), e i mandati di arresto eseguiti sono stati 30. Con somma soddisfazione della ministra dell’Interno tedesca Nancy Faeser, che ha commentato: «I blitz di oggi sono una delle più grandi operazioni mai compiute nella lotta contro la criminalità organizzata italiana. La pressione sulla criminalità organizzata in Germania non è mai stata così forte». In Belgio invece gli arresti sono stati 13, «sette dei quali con mandato d’arresto europeo emesso dall’Italia, che ne ha chiesto la consegna alle autorità italiane».

Il magistrato belga Antoon Schotsaert ha tuttavia precisato che «i tempi di consegna all’Italia potrebbero richiedere alcuni mesi a secondo della loro posizione davanti ai giudici». Sono stati inoltre sequestrati tre veicoli di lusso, almeno 20mila euro in contanti e diverse armi proibite. È possibile che le persone arrestate, ha spiegato ancora Schotsaert, «fossero connesse al traffico di cocaina tra il Sud America e l’Europa. E ci sono indicazioni sufficienti per pensare che il porto di Anversa fosse utilizzato per tale traffico». Questo anche a causa delle «quantità in arrivo» della droga, troppo sostanziose per credere che il mercato finale fosse solo il Belgio.

I contatti con il clan del Golfo

Sei tonnellate di cocaina sono state movimentate tra il maggio 2020 e il gennaio 2022 dai clan di ‘ndrangheta colpiti stamani dall’operazione, tre delle quali sono state sequestrate dagli investigatori. Le cosche più rilevanti del mandamento ionico reggino avrebbero avuto contatti con esponenti del clan del Golfo, l’organizzazione paramilitare colombiana impegnata nel narcotraffico internazionale. Sono stati ricostruiti dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria numerosi episodi di importazione della droga che arrivava, via mare, nei porti Gioia Tauro, Anversa e Colon.

Le movimentazioni di soldi riconducibili alle compravendite dello stupefacente, hanno interessato Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda. E hanno spostato somme per un valore complessivo di 22 milioni e 300mila euro. I soldi sarebbero stati in parte reimpiegati nell’acquisto di auto e beni di lusso. E in parte utilizzati per avviare e finanziare attività commerciali in Francia, Portogallo e Germania, dove venivano anche riciclati sfruttando attività di autolavaggio.  

Anni di lavoro

I risultati di oggi sarebbero il frutto di anni di lavoro. «Nel 2018 abbiamo iniziato con indagini locali sul traffico di droga. Abbiamo trovato poi contatto con alcuni pregiudicati e abbiamo inviato il nostro materiale investigativo all’Italia», hanno spiegato ancora i portavoce della procura federale belga in conferenza stampa. Nel 2021 sarebbe stato infine creato «un team congiunto» tra le forze di Polizia europee per intercettazioni e indagini.

L’indagine “Eureka” è stata coordinata dal capo della Direzione nazionale antimafia Giovanni Melillo, e si è sviluppata attraverso un doppio binario. Una prima squadra investigativa ha lavorato grazie all’incrocio di informazioni tra la Dda di Reggio Calabria diretta da Giovanni Bombardieri, e le Procure tedesche di Monaco I, Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf. Una seconda, tra la Dda reggina, l’Ufficio del giudice istruttore del Tribunale di Limburg ed il Procuratore federale di Bruxelles. Entrambe sono state coordinate da Eurojust, che ha assicurato il massimo supporto operativo, attraverso il componente italiano Filippo Spiezia.

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