Nasce una nuova corrente nel Pd? Bonaccini, Delrio, Fassino e Base riformista organizzano l’opposizione interna a Schlein

Si rincorrono le voci della creazione di un’area in cui possano riconoscersi i riformisti

«Mi darei all’agricoltura piuttosto che far parte della segreteria di Elly Schlein». Un parlamentare di peso del Partito democratico nasconde il suo nome, ma non la sua idea sulla nuova leader del Nazareno: un’accentratrice che ha più assonanze con Matteo Renzi di quanto sembri. No, il riferimento non è rivolto alla presenza alla Leopolda. Ieri 3 maggio, scherzando, Schlein ha fatto una dichiarazione di intenti: «Bella, è la prima volta che ci vengo. Siamo in un luogo particolare, sarà mia e nostra cura, in questo nuovo corso del Pd, cercare di ricostruire con umiltà una relazione basata sull’ascolto e sul riconoscimento degli errori fatti negli anni precedenti». Chi è al lavoro per organizzare un’opposizione interna alla segretaria, piuttosto, nota delle assonanze tra il leaderismo del toscano e le ambizioni della Coraggiosa emiliana. «Una gestione personalistica del partito, in cui qualsiasi rivale interno è una minaccia e deve essere emarginato». Che sia un’interpretazione forzata della nuova gestione o un urto di ritorno delle correnti, delegittimate almeno a parole da Schlein, c’è di vero che diversi big del partito non riescono proprio a digerire alcune posizioni della nuova segretaria. E si coalizzano per impedire che della vecchia arte del compromesso interno al Nazareno venga fatta tabula rasa.


I componenti di Base riformista, con la consolidata guida di Lorenzo Guerini nelle retrovie e di Alessandro Alfieri come frontman. I cattolici con Graziano Delrio, il quale, dalla segreteria di Enrico Letta in avanti, non è mai stato nelle grazie dei vertici del Nazareno. Piero Fassino, tra gli ultimi comunisti rimasti, per un rinnovato asse cattocomunista. E infine Stefano Bonaccini, attuale presidente del Pd uscito sconfitto dalle primarie, volto della nuova area. «Il tema è che manca un indirizzo, non esiste una vera area Schlein alla quale contrapporsi. Guardate la composizione della segreteria, tantissime scelte civiche: coraggioso, da parte della segretaria, inserirvi qualcuno del Pd», scherza un dirigente. Il rapporto di Schlein con le correnti è ai minimi termini, raccontano: si soffre l’assenza di una linea chiara con la quale confrontarsi. Un’indeterminatezza che si diramerebbe dalla segretaria fino ai suoi accoliti. E a Schlein si imputa anche una certa diffidenza che rende impossibile la ricerca di compromessi.


Ma allora perché nasce una nuova area Bonaccini, Delrio, Fassino e Base riformista, perché dovrebbero coalizzarsi se non c’è un interlocutore con cui raffrontarsi? «Prima esisteva una conversazione tra dirigenti e si cercava di trovare una quadra. Adesso gli uomini di Schlein sembrano muoversi ognuno per cavoli propri. Visto che sono imminenti le elezioni delle segreterie regionali, provinciali e municipali del partito, chi sa organizzarsi in aree interne al Pd è bene che lo faccia». Se alle vecchie leve del partito interessa creare un area di riferimento che raccolga chi si oppone alla direzione Schlein, anche in ottica di riuscire a prevalere nei congressi regionali, provinciali e municipali, c’è un altro elemento da non sottovalutare: la nuova corrente potrebbe arginare le fuoriuscite di cattolici e riformisti. Anziché abbandonare la nave del Nazareno, dunque, i delusi si riorganizzano. E paradossalmente, l’annuncio della nascita della nuova area, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, potrebbe essere positivo per Schlein: un’opposizione interna al partito è una cattiva notizia, ma lo sarebbero ancor di più gli addii di altri esponenti Dem che non si riconoscono nella sua idea di Pd.

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