L’abbraccio di Giorgia Meloni a Michela Murgia dopo le parole sulla malattia: «Spero vedrai il giorno lontano in cui non sarò più premier»

La premier offre via social tutta la sua solidarietà alla scrittrice, che in un’intervista ha confessato che potrebbero restarle poche mesi di vita

«Voglio mandarle un abbraccio e dirle che tifiamo per lei». Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni solidarizza con Miche Murgia. La scrittrice ha rivelato questa mattina in una lunga intervista al Corriere della Sera che il tumore che la affligge da tempo è arrivato al quarto stadio e se il decorso della malattia non dovesse invertirsi le rimarrebbero pochi mesi di vita. Rispondendo a Murgia, che ha detto di augurarsi di riuscire a vivere fino alla fine del governo Meloni, definito senza mezzi termini «fascista», la premier premette di non averla mai conosciuta e di non condividerne le idee, ma sottolinea: «Spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio. come auspica, perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo. Forza Michela!», conclude in un messaggio sul suo profilo Facebook.


Il tumore di Michela Murgia

Murgia, autrice di testi femministi come God Save the Queer – Catechismo femminista e Stai Zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, ha svelato nell’intervista il peggioramento delle proprie condizioni di salute. Dallo scorso febbraio l’autrice del premiato Accabadora è ricoverata in terapia intensiva, mentre a gennaio era stata sottoposta a un intervento di chirurgia toracica all’ospedale Fatebenefratelli di Roma. Dell’operazione non aveva rivelato i dettagli, ma è noto che la scrittrice combatte con un tumore dal 2014. «La malattia non è una catastrofe, ma un pezzo della mia vita che vale come gli altri, e non voglio trattarla come un segreto oscuro o una cosa di cui vergognarmi», aveva scritto tre mesi fa. «Ammalarsi è normale, curarsi è normale e anche scegliere in cosa fermarsi è normale. Non tornerà tutto come prima, ma quello che verrà dopo potrebbe persino essere meglio. Diamoci il tempo di farlo succedere».


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