Pasquale Tridico via dall’Inps: «Io sbalordito, dietro c’è un intento politico»

Sostiene di aver saputo dalla stampa del commissariamento: «Nemmeno una chiamata»

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico dice di essere rimasto «sbalordito» dal commissariamento dell’ente che guida dal 2019. Sostiene di averlo saputo dalla stampa: «Non ho ancora ricevuto nemmeno una chiamata di cortesia da parte del governo». Secondo Tridico cacciare il presidente dell’Inps con un decreto «è un segnale di una gravità istituzionale enorme. Che dimostra l’intento politico che c’è dietro, un attacco all’ente e alla sua autonomia, ma anche al sistema di welfare che esso rappresenta». Ma è anche «un pessimo segnale per tutti gli enti pubblici italiani e i loro vertici. Si insinua il dubbio che queste istituzioni non siano indipendenti e se ne mina l’autonomia». L’economista parla in un’intervista rilasciata a il Fatto Quotidiano e firmata da Carlo Di Foggia. Per Tridico si tratta inoltre di «uno schiaffo contro ciò che l’Istituto ha fatto in questi anni difficili. «È una scelta che ha stupito tutta la tecnostruttura dell’ente. L’Inps è in un ottimo momento: dal 2018 la produttività è salita del 20%, i tempi di liquidazione delle prestazioni si sono ridotti del 15%, i dipendenti sono passati da 25 a 29 mila», dice citando alcuni numeri. «Non c’era nessuna ragione tecnica per commissariare l’ente», afferma. Mentre voler usare l’ente per motivi politici «sarebbe una pessima scelta. L’Istituto gode di autonomia e indipendenza garantiti per legge e per questo non è sottoposto allo spoils system». Tridico è visto come una figura vicina al Movimento 5 stelle, tra gli artefici del Reddito di cittadinanza. «Non mi sento un economista d’area», replica lui. «Sono fuori da certe filiere di potere consolidate».


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