«Don’t touch the King’s Guard!». A Londra cambia la formula, non il pericolo per chi si avvicina all’agente di Sua Maestà. E al cavallo… – Il video

Ogni giorno i visitatori si avvicinano, e provano a mettere alla prova le guardie reali inglesi. C’è a chi va male, e a chi malissimo

Raramente passa giorno senza che il vociare dei turisti davanti a Buckingham Palace venga squarciato dall’avvertimento tonante delle guardie reali. «Do not touch the King’s guard» («non toccare la guardia del re»), gridano le stesse guardie a cui i visitatori si avvicinano, un po’ ingenuamente e un po’ aspettandosi esattamente questa reazione, con l’intenzione di mettere alla prova la loro famosa immobilità. Così come l’inno nazionale, anche la formula di rito per intimare ai curiosi di non mettere le mani dove non devono è cambiata. Fino a qualche mese fa, infatti, l’urlo recitava, ovviamente, «Do not touch the Queen’s guard». Insomma, gli avvertimenti non mancano, eppure c’è chi continua a farsene beffe, anche quando il risultato rischia di essere ben peggiore di un rimprovero. Come quello piovuto sulla testa di una malcapitata turista che con una vistosa coda di cavallo si è avvicinata troppo al destriero della guardia. L’animale non ha saputo resistere a un’acconciatura tanto simile alla propria, e ha preso in bocca una grossa ciocca di capelli della ragazza. Eppure il cartello sopra di lei lo dice chiaramente: «Attenzione! I cavalli potrebbero scalciare o mordere».


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