Processo Zaki, il giudice non si presenta e l’udienza slitta per la decima volta

Tutto rinviato al 18 luglio. Da quando è stato scarcerato nel dicembre 2021, dopo ventidue mesi di reclusione, il ricercatore dell’UniBo non può ancora lasciare l’Egitto

Ancora un rinvio per Patrick Zaki. Il giudice del processo non si è presentato all’udienza programmata per oggi a Mansura, in Egitto. È la decima volta che volta che l’udienza viene rinviata. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 18 luglio. Lo studente egiziano dell’Università di Bologna e attivista per i diritti umani, dopo il nuovo rinvio, ha commentato: «Il giudice principale ha sempre il diritto di annunciare il verdetto finale nella prossima udienza, ma voglio tornare presto a Bologna e sono felice per i messaggi di sostegno che arrivano dall’Italia, che mi aspetta: non perderò la speranza». Già perché Zaki, dopo essere stato scarcerato l’8 dicembre 2021 e aver trascorso 22 mesi di custodia cautelare in carcere per accuse che vanno dalla minaccia alla sicurezza nazionale alla propaganda per il terrorismo e per cui rischia fino a 5 anni di carcere, non può lasciare l’Egitto. In mattinata, prima di presentarsi in aula, Zaki aveva scritto di sperare di poter discutere la tesi di laurea a Bologna già nella prossima sessione di metà luglio: «Decima udienza, non perdiamo la speranza. Aspetto la fine di questo continuo stato di attesa. Devo discutere la mia tesi di laurea all’Università di Bologna a metà luglio, e quello è il giorno più importante per ogni studente di master in generale, e per me in particolare». «Mi sono ritrovato nelle liste dei divieti di viaggio – ha proseguito Zaki nel post – ed è difficile per me completare i miei studi. Ma con l’aiuto dell’Università e della professoressa, sono riuscito a finire la maggior parte degli esami del master e spero che quando arriva giugno sarò a Bologna, tra i miei colleghi, a festeggiare la fine della mia tesi magistrale come una persona normale».


Amnesty: «Ennesima prova del disprezzo per i diritti umani da parte della magistratura egiziana»

Immediato il commento di Amnesty Italia: «Processo Zaki: stamattina il giudice non si è neanche presentato. Ora Patrick resta in attesa che qualcuno gli dica cosa succederà. Un’ennesima prova del disprezzo per i diritti umani da parte della magistratura egiziana». E il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, ha osservato: Il fatto che il giudice neanche si sia presentato per la decima udienza del processo a Patrick ci dice proprio quanto sia gradasso questo disprezzo per i diritti umani da parte della magistratura egiziana. Qui siamo difronte ad un rinvio abnorme, di oltre due mesi». E ancora: «Patrick trascorrerà il suo 32esimo compleanno ancora privo della completa libertà. La sua speranza di poter andare a Bologna per poter finalmente laurearsi a metà luglio svanisce. È un accanimento assurdo, del quale bisogna però che le istituzioni italiane chiedano conto al governo del Cairo, di quello che sta accadendo. È una persecuzione crudele, ingiustificata, che costringe Patrick a rimanere intrappolato in una vicenda che lo vede del tutto innocente. Tutti coloro che hanno manifestato ieri a Bologna torneranno in piazza necessariamente per chiedere ancora una volta, alla vigilia del18 luglio, l’assoluzione e il ritorno a Bologna di Patrick Zaki».


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