Enel conto alla rovescia per l’assemblea dei soci: la guerra al Mef dei fondi esteri per bloccare la nomina di Scaroni alla presidenza

Intanto, all’esterno dell’Auditorium della Musica che ospita la riunione un picchetto dei Radicali protesta contro l’ex ad di Eni che, in passato, ha stretto diversi rapporti con la Russia per l’approvvigionamento di gas

Il governo rischia di fare una figuraccia nella partita per le nomine ai vertici delle grandi partecipate. La verità si conoscerà dopo le 14 di oggi, 10 maggio, quando i soci di Enel si riuniranno in assemblea all’Auditorium della Musica, a Roma. Bisogna eleggere il nuovo Cda della multinazionale dell’energia. Oltre ai dieci membri proposti dalla lista del Tesoro, che ha il 23% del capitale societario, Assogestioni ha presentato una lista di tre nomi, che ingloba i fondi comuni di investimento e le società di risparmio. Ma è una terza lista di sei candidati, quella portata in assemblea dal fondo caymaniano Covalis, del finanziere lituano Zach Mecelis, a preoccupare l’esecutivo. Sedici candidati per nove poltrone. Com’è noto, nella spartizione operata dai partiti di maggioranza, per il ruolo di ad di Enel l’ha spuntata la Lega: il nome designato è quello di Flavio Cattaneo, sul quale non ci sono stati particolari attriti. Non è stata digerita invece l’investitura di Paolo Scaroni, in quota Forza Italia, con un passato di ad sia in Eni che nella stessa Enel. All’uomo molto vicino a Silvio Berlusconi viene imputata la strategia che, negli scorsi anni, ha portato l’Italia a stringere una fitta rete di accordi con la Russia di Vladimir Putin, per l’approvvigionamento di gas.


Contro di lui, prima ancora della lista del broker lituano, si era schierato Norges, che gestisce il fondo sovrano norvegese, titolare del 2,2% delle azioni di Enel. Entrambe le realtà propongono il banchiere Marco Mazzucchelli in alternativa a Scaroni, indicato dal Mef come «non indipendente»: un altro passo falso del governo, visto che molti fondi per regolamento possono votare solo candidati indipendenti. Non sarà agevole per gli avversari di Scaroni far naufragare la sua nomina: per eleggere Mazzucchelli occorre superare almeno il 7,5% dei voti dell’assemblea, e il Tesoro, con il supporto di Banca d’Italia e altri enti, può contare su circa il 30% del capitale. Inoltre, secondo alcuni pareri legali che si sommano ai timori di Mecelis, non è escluso che il governo, in caso di vittoria di un fondo estero, possa intervenire utilizzando il golden power, interpretando la mancata nomina di un proprio candidato come un cambio di controllo generale di Enel. Mentre all’interno dell’Auditorium si scelgono i nove nomi che andranno a comporre il prossimo Cda, fuori i Radicali hanno allestito un presidio contro Scaroni: «Con lui le forniture di gas dalla Russia arrivarono al quantitativo record di quasi 30 miliardi di metri cubi, pari al 40% del totale, assoggettandoci al ricatto russo. Stiamo pagando a caro prezzo quelle scelte che hanno messo nelle mani del terrorista di Stato Putin un’arma incredibile da usare contro l’Italia e l’Europa».


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