Nomine partecipate statali, i nomi scelti dal governo Meloni per Eni, Enel, Poste e Leonardo: le conferme e le novità

Nei Cda a sei membri rispettata la parità di genere, con tre uomini e tre donne. Unica eccezione Leonardo, che ha una prevalenza maschile

Attesa la chiusura di Piazza Affari, il Mef ha comunicato le nomine decise dal governo Meloni dopo giorni di trattative nella maggioranza per i vertici delle principali aziende di Stato. Spicca la novità in casa Enel, dove è stato nominato amministratore delegato Flavio Cattaneo, mentre Paolo Scaroni diventa presidente. Confermato come Ad di Eni Claudio Descalzi, mentre alla presidenza arriva Giuseppe Zafarana. La spunta l’ex ministro Roberto Cingolani, nuovo amministratore delegato di Leonardo. Con lui Stefano Pontecorvo, nuovo presidente. Altra conferma in Poste con l’Ad Matteo Del Fante e Silvia Rovere presidente. Attesa ancora per Terna, dove è in pole Giuseppina Di Foggia come prima donna alla guida di una grande azienda di Stato in Italia: il nuovo vertice sarà comunicato da Cassa Depositi e Prestiti. Tra le nomine previste anche quella a Cdp venture capital sgr, il Fondo innovazione creato da Cdp, dove Stefano Donnarumma è destinato a prendere il posto di amministratore delegato e direttore generale oggi ricoperto da Enrico Resmini, ex manager di Vodafone e di EY. Verrà cambiata anche la presidente della società che attualmente è Francesca Bria, ed è anche consigliera di amministrazione della Rai. Le nomine ha commentato Giorgia Meloni «sono frutto di un attento percorso di valutazione delle competenze e non delle appartenenze. È un ottimo risultato del lavoro di squadra del governo. Ringrazio chi ha servito l’Italia con passione in queste aziende, auguro ai prossimi amministratori buon lavoro. Il loro compito è quello di ottenere risultati economici solidi e duraturi nell’interesse della Nazione che rappresentano in tutto il mondo».


Enel

Milanese, classe 1963 e marito dell’attrice Sabrina Ferilli, è Flavio Cattaneo il nuovo amministratore delegato di Enel, la società italiana dell’energia controllata per il 23,6% dal ministero dell’Economia e delle Finanze. Cattaneo ricopre attualmente il ruolo di vicepresidente di Italo. Dopo una laurea in Architettura al Politecnico di Milano e una specializzazione nel settore immobiliare, intraprende la carriera di imprenditore edile. Nel 2003, viene nominato direttore generale della Rai dal governo Berlusconi e si occupa principalmente di riordino dei conti. I plausi ricevuti in quegli anni gli valgono una nuova nomina: nel 2005, passa alla guida di Terna, di cui resta amministratore delegato fino al 2014, completando tre mandati consecutivi. Dopo un breve passaggio in Telecom e Generali, nel 2018 assume la vicepresidenza di Italo. Accanto a Cattaneo, nella guida di Enel ci sarà Paolo Scaroni, attuale presidente del Milan. Nel corso della sua lunghissima carriera da manager e dirigente d’azienda, Scaroni è stato scelto in più occasioni per la guida di società pubbliche quotate in borsa. Nel 2002, la nomina ad amministratore delegato di Enel e, tre anni più tardi, il passaggio a Eni, dove rimane fino al 2014. Interpellato sulle sfide della transizione energetica, Scaroni si è spesso detto scettico della necessità di arrivare a un mix energetico di sole rinnovabili, auspicando un’apertura al nucleare. Nel Cda presieduto da Scaroni ci sono l’ad Cattaneo e i consiglieri Alessandro Zehenter, Johanna Arbib Perugia. Fiammetta Salmoni, Olga Cuccurullo, dirigente del Mef dove si occupa del monitoraggio delle partecipazioni societarie del ministero e del patrimonio dello Stato.


Eni

Alla guida di Eni confermatissimo il nome di Claudio Descalzi, ad dell’azienda dal 2014, quando fu nominato dal governo di Matteo Renzi. Per Descalzi, che è entrato nell’azienda del «cane a sei zampe» nel 1981 come ingegnere di giacimento, si tratta dunque del quarto mandato. Nel 1990, viene scelto come responsabile delle attività operative e di giacimento in Italia, mentre dal 2000 diventa direttore dell’area geografica composta da Africa, Medio Oriente e Cina. La prova più difficile per Eni è stata senz’altro la gestione delle forniture di gas dopo il crollo delle importazioni dalla Russia. Nel corso degli anni, Descalzi si è espresso più volte contro alcuni provvedimenti in materia di transizione ecologica ed energetica giudicati troppo ambiziosi. Proprio oggi, nel giorno della sua riconferma, durante un incontro alla Luiss di Roma ha detto: «Che l’Europa faccia bene per l’ambiente è una bandiera importante, ma ovviamente di eccesso di virtù si può anche morire». Al fianco di Descalzi ci sarà anche Giuseppe Zafarana, che lascia il comando della Guardia di Finanza per diventare nuovo presidente di Eni. Nel Cda di Eni presieduto da Zafarana ci sono l’ad De Scalzi e i consiglieri Cristina Sgubin, avvocata specializzata in sicurezza ed economia dello spazio, Elisa Baroncini, docente di diritto internazionale dell’economia all’Università di Bologna, Federica Seganti, Roberto Ciciani, dirigente del Mef. Seganti è stata assessora reigionale in quota Lega in Friuli Venezia Giulia. Professoressa di tecnica delle operazioni bancarie e assicurative all’Università di Udine, siede anche nel Cda di Hera come amministratore indipendente.

Leonardo

Da consigliere del governo in tema di energia a nuovo amministratore delegato di Leonardo. È Roberto Cingolani, ex ministro alla Transizione ecologica durante il governo Draghi, il nuovo amministratore delegato dell’azienda italiana attiva nei settori della difesa, della sicurezza e dell’aerospazio. Milanese, classe 1961, Cingolani è stato per anni professore di Fisica all’Università di Bari, dove ha ottenuto una laurea e un dottorato di ricerca. Negli anni Ottanta, si sposta in Germania, dove lavora sotto la direzione del premio Nobel per la Fisica Klaus von Klitzing. Nel 2005, viene scelto come direttore dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, che sotto la sua guida diventa uno dei centri di ricerca scientifica più avanzati in Italia. L’approdo di Cingolani a Leonardo è in realtà un ritorno. Dopo l’esperienza genovese, infatti, il fisico ha ricoperto il ruolo di Chief Technology and Innovation Officer proprio alla società partecipata del Mef. Ad affiancare Cingolani alla guida di Leonardo ci sarà Stefano Pontecorvo, che ha alle spalle una lunga carriera di diplomatico. È stato ambasciatore in Pakistan e alto rappresentante civile della Nato in Afghanistan, dove ha gestito l’evacuazione. Nel Cda di Leonardo presieduto da Pontecorvo siedono l’ad Cingolani e i consiglieri Elena Vasco, segretario generale della Camera di commercio di Milano, Monza e Brianza e Lodi, Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria e moglie dell’ex ministro Maurizio Sacconi, Francesco Macrì, presidente di Its Energia e Ambiente, di Estra Clima e di Gas Marca srl, Trifone Altieri, Cristina Manara, manager di Confindustria Piemonte, Marcello Sala, dirigente del Mef, dove è capo della direzione generale istituzioni finanziarie. Altieri è un dirigente della Lega in Puglia. Deputato tra il 2013 e il 2018, non è più tornato in Parlamento. Nel 2018 era stato nominato dal governo gialloverde Conte I presidente di Invimit, la sgr del Mef.

Poste Italiane

Come per Eni, anche la scelta di Poste Italiane è nel segno della continuità. La posizione di amministratore delegato continuerà a essere di Matteo Del Fante, alla guida della società dal 2017. Fiorentino classe 1967, si trasferisce a Milano, dove si laurea in Economia politica con lode alla Bocconi. Nel 1991, a 24 anni, i primi passi nel mondo del lavoro a JPMorgan Chase, di cui diventa managing director della sede londinese otto anni più tardi. Nel 2004, il ritorno in Italia per lavorare in Cassa depositi e prestiti, di cui diventa direttore generale dal 2010 al 2014. Da lì, il passaggio ad amministratore delegato di Terna e, infine, l’approdo a Poste italiane. Accanto a lui, nel ruolo di presidente, ci sarà Silvia Rovere. Piemontese, è la signora del mattone essendo stata due volte presidente di AssoImmobiliare (Confindustria). Ha una grande passione per lo yoga, come testimoniato dal Corriere. Nel Cda di Poste Italiane presieduto da Rovere siedono l’ad del Fante e i consiglieri Wanda Ternau, manager triestina e presidente di Trieste trasporti, Matteo Petrella, commercialista romano e consigliere di Roma Servizi per la mobilità, Paolo Marchioni, avvocato cassazionista piemontese, è stato anche sindaco di Omegna per due anni, Valentina Gemignani, direttore dell’ufficio di gabinetto del Mef.

Terna

A guidare la società italiana delle reti di energia elettrica i rumors indicano Giuseppina Di Foggia, prima donna a ricoprire il ruolo di amministratrice delegata di una grande azienda pubblica quotata in Borsa. Romana, 53 anni, la nuova ad di Terna dovrà lasciare il suo ruolo a Nokia Italia, di cui è alla guida dal 2020. Dopo una laurea in Ingegneria elettronica alla Sapienza di Roma e un master in Professional Program Management allo Stevens Institute in New Jersey, Di Foggia muove i suoi primi passi nel mondo del lavoro in Lucent Technologies, che qualche anno più tardi diventa Alcatel-Lucent. Nel 2016, l’approdo a Nokia, dove scala rapidamente le gerarchie fino ad assumere la guida dell’azienda. Il ruolo di vicepresidente di Terna andrà invece a Igor De Biasio, fin qui consigliere di amministrazione alla Rai in quota Lega. La lista che andrà a comporre il Cda sarà formalmente depositata presso la stessa Terna dall’azionista di maggioranza, Cdp Reti, entro il 14 aprile in vista dell’assemblea del 9 maggio.

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