Il ministro Crosetto vuole la leva obbligatoria: «Chi si rifiuta è un disertore». Indignazione sui social, ma è un profilo parodia

Su Twitter gli utenti non si accorgono che non si tratta dell’account ufficiale del ministro della Difesa e rispondono infuriati

«Ai miei tempi c’era il servizio militare obbligatorio. Un’esperienza che mi fece diventare uomo. Ora c’è una guerra da vincere, ma i nostri giovani sono impreparati e/o deviati. Con Giorgia Meloni reintroduciamo la leva obbligatoria e chi si rifiuta verrà considerato un disertore!». A lanciare la proscrizione obbligatoria su Twitter è «Guido Crosetto ministro della Difesa…», ma non si tratta del vero ministro. L’account stesso aggiunge al nome «parody»: è un profilo satirico, ma nessuno sembra leggere e capire la burla. E in poche ore replicano in migliaia, indignati. Il tweet burlone per altro continuava esagerando: «Non ci sorprendiamo se uomini senza spina dorsale del Pd network come Elly Schlein o Marco Furfaro saranno contrari ad addestramento reclute!», ma anche questa sparata non ha fatto accendere la lampadina dei frequentatori dei social, che hanno preso per buono lo stesso l’annuncio sulla leva obbligatoria per preparare i giovani italiani alla guerra da vincere contro la Russia.


C’è chi reagisce stracciando la scheda elettorale: «Sono pentito del mio voto a voi, non l’avrete mai più», come Alex 75, c’è la mamma che pensa ai figli come Rossella Ronconi che risponde: «Come si può pensare di fare perdere a un giovane un anno di studio o costringerlo a ritardare l’ingresso nel lavoro per simulare a giocare a fare la guerra?». C’è chi insulta. Chi mette in guardia: «Sono d’accordo sulla leva obbligatoria, ma amico mio non sicuro per combattere per l’Ucraina. Svegliatevi prima che perdiate una vagonata di voti». Il Crosetto fake in questo caso risponde tassativo: «Lei deve solo ubbidire e tacere». Ma l’interlocutore anche così non capisce.


Stesso equivoco prolungato per la signora Renata che gronda rabbia: «Una guerra da vincere? Stai scherzando? Andate voi politici in guerra!!». L’account parodia del ministro italiano della Difesa le risponde: «Quindi la vorrebbe perdere? Meglio che lei stia nelle retrovie…», ma nemmeno così fa scoprire l’inganno. C’è pure chi prova a replicare con le buone, dicendo a quello che pensa sia Crosetto: «È un popolo stanco, che viene da anni di duri sacrifici causa pandemia, magari non ha voglia di sposare causa altrui…». Anche qui il fake Crosetto risponde secco e paradossale: «Gentile cittadino/a, durante la pandemia i cittadini dormivano e mangiavano h24. Sono io che dovrei riposarmi…». Ma nemmeno questo serve a svelare la burla.

Non è la prima volta che accade, e quello di Crosetto è solo uno degli account-parodia: ne sono nati negli anni decine su ogni leader politico. Anche in altri casi c’era chi scambiava il faceto con il serio, raramente però con questi numeri: sono stati più di 100 mila a leggere il tweet ironico in poche ore e migliaia a leggere e condividere le risposte indignate. Pochissimi a capire che si trattava di un account-burla nonostante qualcuno si fosse sbracciato per dirlo. Sui social la chiave ironica o sarcastica raramente riesce, perché quasi nessuno la comprende.

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