Commissione antimafia, i familiari delle vittime protestano per la presidenza a Colosimo: «Ha rapporti con i terroristi di destra»

La deputata di Fratelli d’Italia è in pole per presiedere la bicamerale, costituita con un ritardo di sette mesi dall’insediamento delle Camere

Ci sono voluti sette mesi ai partiti per completare la lista dei componenti della commissione bicamerale Antimafia. Un ritardo che non è passato inosservato, soprattutto ai familiari delle vittime di mafia e terrorismo. Presto i deputati e senatori si riuniranno per eleggere il presidente dell’organo. In lizza per l’incarico, ci sarebbe la deputata Chiara Colosimo: iscritta a Fratelli d’Italia, l’esponente è molto vicina a Giorgia Meloni. Per la vicepresidenza si parla invece di Mauro D’Attis di Forza Italia. L’ipotesi di Colosimo ha allarmato i familiari delle vittime che, attraverso la penna di Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso da Cosa Nostra, scrivono al Fatto Quotidiano una lettera di protesta. «Rimaniamo sbigottiti e increduli di fronte a questa prospettiva. Grazie alla trasmissione Report sono ormai pubblici i rapporti tra la suddetta deputata di Fratelli d’Italia e il terrorista dell’eversione di destra Luigi Ciavardini. Ciavardini, esponente assieme ad altri criminali come Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro del gruppo eversivo neofascista dei Nar – Nuclei armati rivoluzionari -, è stato condannato definitivamente per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e del magistrato Mario Amato».


Nella missiva si ripercorre la vicenda di Amato, che aveva preso in mano le indagini dal collega Vittorio Occorsio, a sua volta assassinato dal terrorista neofascista Pierluigi Concutelli, che stava indagando sui legami tra destra eversiva, P2, apparati dello Stato, e «sulla strage della stazione di Bologna, dove morirono 85 persone». Inoltre, affermano i famigliari, sono ormai emersi «i legami tra Ciavardini, Fioravanti e Mambro e alcune associazioni che, da anni, stanno chiedendo a gran voce l’abolizione del 41 bis e dell’ergastolo ostativo per i reati di mafia e terrorismo». La lettera prosegue sottolineando che solo pochi giorni fa Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna, ha ricordato che i processi hanno accertato l’esistenza di «plurimi depistaggi a favore dei Nar e delle altre formazioni criminali neofasciste, commessi da uomini dei servizi segreti infedeli alla Costituzione repubblicana e da apparati delle istituzioni». Richiamando anche i legami tra esponenti della destra eversiva e uomini appartenenti alle cosche siciliane e calabresi, i familiari delle vittime si domandano «come sia anche solo lontanamente immaginabile pensare di eleggere presidente della Commissione antimafia una persona con tali frequentazioni, posto che due degli argomenti che la futura Commissione si troverà necessariamente ad affrontare sono il coinvolgimento degli eversori neofascisti nella strategia stragista mafiosa degli anni ’92-’94 e il ruolo della Falange Armata in essa».


«È accettabile che si scelga, per un ruolo importante come la presidenza di una Commissione parlamentare bicamerale, una persona che non si vergogna di avere rapporti con uno stragista che mai si è pentito? E, ancora, solo a noi appare evidente il gigantesco conflitto di interessi della probabile futura presidente? È così che lo Stato onora le vittime delle stragi terroristico-mafiose e chiede fiducia ai loro familiari? Se questo sarà veramente il primo, nefasto, passo della neo Commissione, che ancora speriamo si riveli una notizia priva di fondamento, ci auguriamo che i componenti che avalleranno tale scelta avranno almeno la decenza di evitare di partecipare alle commemorazioni di quelle stragi». Il documento è firmato da Salvatore Borsellino, Paolo Bolognesi, Manlio Milani, Federico Sinicato, Stefano Mormile, Nunzia Agostino, Paola Caccia, Pasquale Campagna, Giovanni Impastato e Angela Gentile Manca.

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