Maltempo Emilia-Romagna, in Italia manca un’app di allerta per i cittadini. A febbraio prorogata (ancora) la sperimentazione di IT-Alert

La direttiva europea indicava come scadenza per l’implementazione del servizio di allerta il 21 giugno 2022. Tecnicamente i cellulari sono abilitati alla funzione, ma l’Italia tarda sulla definizione di regole e procedure di IT-Alert

«Alerte cyclonique orange Freddy, protégez vos biens face à la montée des eaux». Se fossimo cittadini francesi e ci fossimo trovati, il pomeriggio del 20 febbraio scorso, lungo il litorale Nord di La Réunion, il nostro cellulare avrebbe mostrato questa notifica e un’altra serie di indicazioni. Il messaggio sarebbe stato inviato su ordine del prefetto, poiché la responsabilità di FR-Alert è in capo al ministero dell’Interno d’Oltralpe. In Italia, invece, è la Protezione civile a occuparsi di questo sistema di allarme pubblico, il quale, secondo la direttiva europea 2018/1972, doveva essere implementato sui cellulari entro il 21 giugno 2022. Così è stato, tecnicamente: gli smartphone dei cittadini italiani e gli operatori telefonici si sono adeguati per la ricezione della messaggistica di emergenza. Ma quello che la Protezione civile definisce «sistema di regole e procedure» deve essere ancora perfezionato affinché l’allerta possa essere effettivamente diramata con la velocità di una notifica, sfruttando le celle telefoniche di una determinata area geografica. Quando Open ha avviato la sua inchiesta su IT-Alert, il Dipartimento competente, sul sito dedicato al servizio, spiegava che «interventi strutturali e non» per risolvere alcune vulnerabilità sarebbero stati realizzati «nei prossimi mesi». Era settembre 2022. E si parlava, appunto, di «prossimi mesi», non anni. Il 20 aprile 2023, sulla pagina del Dipartimento della Protezione civile, è apparsa la notizia che il ministro Nello Musumeci ha emanato una direttiva che estende «fino al 13 febbraio 2024 il periodo di sperimentazione del sistema di allarme pubblico IT-Alert».


Nel corso della seduta a Montecitorio di mercoledì 17 maggio, mentre continua a essere aggiornato il bollettino delle vittime del maltempo in Emilia-Romagna, un deputato della Lega ha rimproverato velatamente ai vertici della Protezione civile il ritardo nell’implementazione di IT-Alert. L’onorevole Stefano Candiani ha anche sottolineato che il governo Meloni ha stanziato altri 20 milioni di euro, nella scorsa legge di Bilancio, per risolvere i problemi di sicurezza dell’infrastruttura di IT-Alert e avviare il servizio. «Dall’insediamento di questa amministrazione, nel febbraio 2021, IT-Alert ha rappresentato una priorità», affermava a Open il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, lo scorso 20 settembre. «Stiamo inoltre lavorando alla messa in sicurezza dell’infrastruttura tecnologica, e, in stretto raccordo con Regioni e Comuni, all’adeguamento delle procedure di utilizzo. Si tratta di un’importante accelerazione che ha portato al primo test di IT-Alert, già in occasione dell’esercitazione sull’Isola di Vulcano nel mese di aprile 2022, cui segue un nuovo test, nel mese di novembre 2022, durante l’esercitazione nazionale che il Dipartimento sta organizzando in Sicilia e Calabria». Con la consapevolezza del ruolo fondamentale della Protezione civile, impegnata con gli massimi sforzi in queste ore per garantire la sicurezza degli emiliano-romagnoli, resta sospesa la domanda sul perché occorra prorogare ancora fino al 2024 la sperimentazione, mentre in Francia e in molti altri Paesi dell’Occidente il servizio di allarme pubblico è già attivo e aiuta gli stessi soccorritori nel loro onorabilissimo ruolo: salvare la vita delle persone.


Leggi anche: