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Gli 8 miliardi mai spesi e il piano che non c’è: cosa c’è dietro il «disastro annunciato» dell’alluvione in Emilia-Romagna

19 Maggio 2023 - 04:48 Redazione
fondi territorio alluvione
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I fondi per il rischio idrogeologico fermi dal 2017. Il Pnacc annunciato e mai completato. L'adattamento al cambiamento climatico dimenticato

Nelle casse dello Stato ci sono 8,4 miliardi di euro per la mitigazione del rischio idrogeologico. Potrebbero essere spesi subito. Ma dal 2018 sono fermi. Dallo stesso anno al ministero dell’Ambiente giace una bozza del Piano di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc). Ma l’iter per il provvedimento è ripartito solo dopo la tragedia di Casamicciola. Il piano serve perché la frequenza e l’intensità delle alluvioni sono una conseguenza del riscaldamento globale. Ma l’Italia oggi ha solo una Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, entrata in vigore nel giugno 2015. Che è solo un documento di principio. Ma c’è di più. Tra fondi nazionali ed europei sono 21 i miliardi di euro stanziati fino al 2030 per la difesa del territorio. Senza però controlli e regie.

I soldi

I soldi, spiega oggi la Repubblica, transitano da un capitolo di spesa all’altro da quando il primo governo di Giuseppe Conte ha cancellato la struttura di missione Italia Sicura voluta da Matteo Renzi. Da quel momento gli 11 mila progetti catalogati sono rimasti un elenco. I miliardi non sono stati spesi. E alla fine il governo Draghi li ha messi nel Pnrr. Giorgia Meloni aveva scritto nel programma elettorale della necessità di aggiornare e rendere operativo il Pnacc. A dicembre il governo aveva pubblicato una bozza aggiornata. Lasciando due mesi di tempo per le osservazioni. Da quel momento è tutto rimasto fermo. Il Pnacc attende la Vas (Valutazione ambientale strategica) da parte della Commissione apposita del Ministero. Quindi dovrà essere adottato con un decreto del ministro, Gilberto Pichetto. Quando si parla di «disastro annunciato» rispetto all’alluvione in Emilia-Romagna bisogna considerare anche questi ritardi.

L’adattamento al cambiamento climatico

L’adattamento al cambiamento climatico è l’insieme delle azioni per prevenire o ridurre i danni causati dall’innalzamento delle temperature, dovuto all’effetto serra di origine umana. Per esempio esempio, contro eventi come l’alluvione in Romagna, serve combattere il dissesto idrogeologico e rafforzare la protezione civile. Altre misure di adattamento sono sistemi idrici efficienti contro la siccità: in Italia serve ridurre le perdite degli acquedotti e fare nuovi invasi per raccogliere l’acqua piovana. In campo agricolo, occorrono coltivazioni resistenti al calore e in grado di fermare la desertificazione. Nel campo della salute, servono strutture sanitarie in grado di prevenire e curare gli effetti delle ondate di calore e delle malattie infettive favorite dal caldo.

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